Attualità - 14 aprile 2025, 07:15

Locazioni brevi, prezzi alti e poche case: vivere a Sanremo è sempre più difficile

Tra Airbnb, seconde case e prezzi in aumento, l’effetto del turismo sul mercato immobiliare spinge sempre più giovani e famiglie verso l’entroterra

Locazioni brevi, prezzi alti e poche case: vivere a Sanremo è sempre più difficile

Vivere a Sanremo oggi non è più semplice come un tempo. Il fascino della Città dei Fiori, unito all’attrattività turistica in costante crescita e al boom delle locazioni brevi, sta cambiando in modo significativo il volto del mercato immobiliare. Tra affitti che lievitano, offerte scarse e prezzi al metro quadro tornati ai livelli pre-crisi, sempre più residenti si domandano: restare in città è ancora sostenibile?

Affitti al rialzo e case sempre meno disponibili. Lo abbiamo più volte raccontato, negli ultimi due anni, secondo i dati raccolti da portali immobiliari e agenzie locali, i canoni d’affitto sono aumentati mediamente del 20-25%. Un monolocale in zona centrale può facilmente superare i 600 euro mensili, mentre per un trilocale si superano spesso i 900-1000 euro, anche in zone semi-periferiche.

Il fenomeno è ancora più marcato in prossimità del centro, della stazione e del mare, dove molti immobili sono stati convertiti in case vacanze o B&B, sfruttando il boom delle piattaforme come Airbnb. Questo ha portato a una drastica riduzione dell’offerta abitativa a lungo termine, colpendo in particolare studenti, giovani coppie e lavoratori stagionali.

Turismo e seconde case: i due volti della medaglia. Secondo le stime dell’Ufficio Statistica del Comune, Sanremo ha ospitato nel 2023 oltre 560 mila presenze turistiche, in crescita del +8% rispetto al 2022. Il dato conferma l’attrattività crescente della città, anche fuori dal periodo del Festival.

Ma l’aumento di turisti ha portato con sé un effetto collaterale: sempre più proprietari scelgono di non affittare a lungo termine, preferendo guadagni più rapidi e consistenti dalle locazioni brevi. A questo si aggiungono le seconde case, spesso acquistate da stranieri o residenti di altre regioni italiane, che restano vuote per gran parte dell’anno ma influiscono sul prezzo medio al metro quadro, portando il mercato in una bolla non sostenibile per i residenti.

La fuga verso l’entroterra. Con queste premesse, molti cittadini stanno scegliendo di trasferirsi nei paesi dell’entroterra, dove i prezzi restano più accessibili e l’offerta abitativa è ancora legata a logiche di lungo periodo. Località come Coldirodi, Ceriana, Taggia, Bajardo o Camporosso stanno diventando nuovi centri residenziali per chi lavora a Sanremo ma non riesce più a permettersi di viverci.

Ma anche qui le cose stanno cambiando: “Negli ultimi mesi abbiamo notato una risalita dei prezzi anche a Taggia e a Coldirodi – racconta un agente immobiliare locale – soprattutto per case già ristrutturate o con spazi esterni, richieste in particolare da chi si trasferisce da fuori”.

Giovani e lavoratori precari i più penalizzati. I più penalizzati restano però i giovani. Chi cerca la prima casa o lavora con contratti stagionali o a tempo determinato, fa sempre più fatica a trovare soluzioni stabili. Per questo motivo Sanremo si trova oggi di fronte a un bivio delicato: valorizzare il turismo senza perdere la propria identità residenziale. La sfida sarà trovare un equilibrio tra sviluppo economico e vivibilità, tra accoglienza e radicamento, tra rendita e diritti. E questa, più che una questione urbanistica, è una questione di visione.

Andrea Musacchio

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU