Nel IV millennio a. C., in seguito alla diffusione delle pratiche agricole e della pastorizia itinerante, nell'estremo Ponente ligure ebbe inizio una profonda trasformazione artificiale dell’ambiente attraverso la realizzazione di nuovi paesaggi, complice l’interazione tra l'uomo e la natura. Periodo che segnò l'inizio di un'avventura umana di cui siamo gli eredi che ha superato millenni di cui resta una significativa testimonianza sulla dorsale spartiacque Nervia-Roya in località Cima Mai Mona. Lo rende noto al nostro giornale Andrea Eremita di Archeonervia.
Intervento da parte dell'uomo di modifica dell'ambiente attraverso la costruzione di un muro Megalitico con funzione di sbarrare e difendere l'accesso al ripido sentiero che conduceva al castellaro sulla cima Mai Mona, rifugio temporaneo di gruppi familiari di pastori con le loro greggi per difendersi la notte dagli attacchi dei lupi, orsi e di uomini predatori. Muro di difesa che segue l'andamento del terreno di 13 metri di lunghezza per 2,80 di altezza eretto con una tecnica molto primitiva con l'impiego di massi enormi sovrapposti tra di loro senza connessione con a breve distanza un menhir rivolto a mirare e salutare il sole che ogni giorno nasce, muore e si rigenera.