“Il Festival è di Sanremo e qui deve rimanere. E non sarebbero tollerati eventuali surrogati, perché il marchio non si può portare in giro per l'Italia”. L'assessore regionale Marco Scajola, ospite della nuova puntata de “L'intervista”, è 'tranchant' sulla vicenda che sta incrinando i rapporti tra il Comune e la Rai, dopo che l'amministrazione Mager ha deliberato gli indirizzi per la manifestazione d'interesse (il cui avviso sarà pubblicato a giorni) dai quali deriva la storica apertura a tutti i broadcaster potenzialmente interessati e (soprattutto) con i requisiti richiesti.
Una scelta obbligata, quella di Palazzo Bellevue, nel solco della sentenza del Tar ligure che ha 'bocciato' il sistematico ricorso alle convenzioni tra i due enti. La Tv di Stato si è irrigidita e irritata al tempo stesso, lasciando trapelare il rischio di trasferire in un'altra città il Festival, convinta di aver creato un format di proprietà a prescindere dalla location. E il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha fatto sapere che se ne può parlare, indicando nel teatro Regio l'eventuale possibile sede. “Ho studiato e mi sono laureato a Torino – attacca Scajola – E' una bellissima città, ha degli ottimi cioccolatini, la Mole, il Museo egizio, il parco Valentino. Ma sulla musica non si scherzi, battute a parte. La Rai deve tanto a Sanremo, perché è vero che ha fatto bene il Festival per moltissimi anni, ma è pur vero che ha trovato una location, una città, un mondo che le ha permesso di avere tanto. Quindi, non scherziamo. Il sindaco Lo Russo avrà fatto una battuta, spero che sia così, però mi auguro che la politica nazionale tuteli Sanremo e la Liguria. Il Comune ha fatto bene ad adottare atti dovuti e necessari. Il Festival si continuerà a fare a Sanremo, Torino faccia altro. Smettiamola con i giochini che si ripetono ogni tot anni: prima lo si voleva portare a Roma, adesso a Torino. Basta, ci vuole rispetto per la Liguria e soprattutto per Sanremo, che ha fatto diventare la musica italiana famosa nel mondo”.
Marco Scajola 'smonta', poi, il caso-Forza Italia scoppiato a Palazzo Bellevue con l'adesione al nuovo 'progetto' provinciale degli azzurri (di cui è paladino) di tre consiglieri civici di maggioranza, mentre dalle elezioni del giugno scorso il partito è uscito con un solo seggio e in minoranza: “Sta succedendo anche in altre città, come nella vicina Ventimiglia. Un conto sono i percorsi fatti in maniera civica, un altro quelli che piano piano diventano percorsi politici. Non ci saranno assolutamente problemi nell'amministrazione Mager, così come non ce ne saranno nell'amministrazione Di Muro. Sono aspetti molto localistici che poi magari, nel tempo, potranno prendere anche una piega diversa, nel senso di mettere insieme le diverse anime. Però, ribadisco con forza, al momento non c'è e non ci sarà alcun problema”.
L'assessore regionale tocca poi il tasto dolente dei trasporti ferroviari fortemente condizionati da cantieri e inconvenienti quotidiani: “Il problema non è rappresentato dai treni, perché sono relativamente giovani avendo una vita media intorno ai 5 anni, ma dalla ferrovia vecchia, obsoleta, con una sola linea dove passano tutti i generi di convogli, mentre in Francia ciascuno è separato dagli altri. Abbiamo detto a Rfi che siamo dalla parte delle infrastrutture, quindi ben vengano i cantieri, ma non al prezzo di disagi troppo forti per i pendolari, e in generale per chi utilizza il treno. E, per la prima volta, il confronto è con una voce unica: quella della Regione assieme ad Assoutenti ed i vari comitati dei viaggiatori”.
Scajola affronta, inoltre, la questione balneari, gli importanti interventi di rigenerazione urbana, la battaglia dei territori contro le pale eoliche. E risponde alla domanda sul proprio orizzonte futuro.