Attualità - 09 gennaio 2025, 07:21

Un ritorno alle origini: riapre l’Albergo Sappia, la storia di una famiglia che guarda al futuro (Foto)

Quando Lorenzo Di Fuccia, proprietario insieme alla sua compagna Manuela Sauro dell'Albergo Sappia, ha aperto il vecchio album di fotografie di famiglie, il tempo, ad Arma di Taggia, è sembrato fermarsi

Un brivido mi stringe lo stomaco, rimango incredulo e capisco che le emozioni non muoiono mai. Quando Lorenzo Di Fuccia, proprietario insieme alla sua compagna Manuela Sauro dell'Albergo Sappia, ha aperto il vecchio album di fotografie di famiglie, il tempo, ad Arma di Taggia, è sembrato fermarsi. Come nei film, o nelle più belle storie di vita, un piccolo gesto – il ticchettio delle pagine sfogliate – e voilà: tutto si blocca, giusto per lasciare spazio ai ricordi di una storia di tradizione, amore e rinascita.

Per cogliere appieno la magia del momento, dobbiamo tornare indietro di qualche giorno, al 27 dicembre 2024. Una data che rimarrà speciale per la famiglia Di Fuccia e per la comunità armasca, testimone della riapertura dell’Albergo Sappia, storico simbolo del territorio costruito nei primi anni ’50 proprio dai nonni di Lorenzo. Non si tratta solo di un nome che ritorna, ma del sogno di una famiglia che rinasce, pronto a intrecciarsi nuovamente con il tessuto di una città che non ha mai dimenticato.

(In foto i gestori Manuela Sauro e Lorenzo Di Fuccia. In mezzo l'assessore al Turismo di Taggia, Barbara Dumarte)

La storia dell’Albergo Sappia inizia con la bisnonna di Lorenzo, che nel 1948 aprì la Locanda Sappia in via Nuvolone. Dopo la guerra, la struttura fu ampliata, alzata di un piano, e successivamente affiancata, nei primi anni ’50, dall’Albergo Sappia su via I Traversa Stazione. Per decenni, la famiglia Gambino ha curato l’attività, trasformandola in un punto di riferimento per turisti e viaggiatori, fino a quando, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, la gestione passò a terzi. L’albergo mantenne il nome fino agli anni 2000, quando fu ribattezzato Hotel Solidago, rimanendo operativo fino al 2022. Ma Lorenzo e Manuela hanno deciso di riportare tutto alle origini. Non solo l’hotel riapre le porte, ma torna a chiamarsi Albergo Sappia, un nome intriso di significato per la famiglia e per la città. Un gesto di amore verso una tradizione che si rinnova e guarda al futuro.

L’Albergo Sappia riapre con 11 stanze, contro le 20 di un tempo, ma con una filosofia che punta alla qualità e alla sostenibilità. La prima colazione è un inno al territorio: tutti i prodotti sono a km0, frutto delle eccellenze locali. Non ci sono minibar in camera né plastica, una scelta consapevole per ridurre l’impatto ambientale e offrire un’esperienza autentica e green agli ospiti. Per Capodanno, i primi turisti hanno varcato la soglia dell’albergo, e sono stati tutti stranieri, attratti dal fascino della Riviera e dalla promessa di un’accoglienza intima e genuina.

Lorenzo Di Fuccia e Manuela Sauro non sono solo albergatori, ma anche custodi di una memoria di famiglia. “Riaprire il Sappia non è stato solo un progetto imprenditoriale, ma un viaggio nel tempo, una promessa fatta ai miei nonni di non lasciar andare ciò che loro avevano costruito con tanto amore e fatica”, racconta Lorenzo. “Vogliamo offrire ai nostri ospiti non solo un luogo dove dormire, ma un’esperienza che racconti la storia di Arma di Taggia e delle sue radici.”

L’Albergo Sappia non è solo un hotel, ma un ponte tra passato e presente, un tributo alla famiglia e alla comunità. Con la sua filosofia green, i prodotti del territorio e l’amore per le cose semplici e autentiche, rappresenta una nuova tappa per chi desidera vivere la Riviera in un modo diverso, più intimo e rispettoso. La riapertura della storica struttura è un esempio di come il passato possa illuminare il futuro, trasformando una tradizione di famiglia in un progetto moderno e sostenibile, capace di far sentire a casa chiunque vi soggiorni.

Andrea Musacchio

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