“Campanelli d’allarme” è stato il tema al centro del workshop sulla violenza di genere andato in scena nel pomeriggio odierno nel chiostro della chiesa di Sant'Agostino a Ventimiglia.
Un convegno organizzato dall'Assessorato Pari Opportunità del comune di Ventimiglia e presentato dall’assessore alle Pari Opportunità Milena Raco per illustrare e mettere in guardia i cittadini sui campanelli d'allarme sulla violenza e lanciare un messaggio: "Basta silenzio, facciamo rumore!".
Un'occasione anche per lanciare un progetto di rete tra comuni, forze dell'ordine e associazioni. "Oggi abbiamo lanciato il progetto di rete, che parte ufficialmente da Ventimiglia, al quale hanno aderito tutte le forze dell'ordine e tutta la filiera istituzionale. Solo facendo rete si può sensibilizzare la popolazione e fare prevenzione. Cercheremo di coinvolgere più comuni possibili. Per noi è importante che si parli di violenza sempre e non solo una volta all'anno" - dice l'assessore di Ventimiglia Milena Raco - "Vogliamo prevenire e, quindi, è necessario lavorare con le scuole e sulle famiglie. Ci impegneremo per fare una campagna di sensibilizzazione continua, corsi di formazione rivolti alle famiglie e progetti insieme alle scuole".
Per l'occasione sono intervenuti il dirigente dell'Asl1 Alessandra Risso che ha moderato l'incontro, il vicesindaco Marco Agosta, il consigliere regionale Veronica Russo, il capitano dei carabinieri di Ventimiglia Marco Da San Martino, il comandante della Guardia di Finanza Salvatore Proietto Russo, il comandante della polizia locale Sandro Villano, l'ispettore della polizia postale Ivano Rebella, il centro antiviolenza ISV Roberta Rota, affiancata dai legali centro ISV Comitato Pari Opportunità Ordine degli avvocati di Imperia Ersilia Ferrante, il vicario dell'istituto comprensivo 1 Biancheri Pierfrancesco Musacchio, il dirigente del Liceo Aprosio Lara Paternieri, l'assistente sociale del distretto Sivia Mabedeje, il sindaco pro tempore di Vallecrosia Marilena Piardi e Vittorio Toesca, psicologo e consigliere comunale alle Pari Opportunità del comune di Sanremo. Tra il pubblico vi erano pure rappresentanti di associazioni di categoria e locali, come Patrizia Bottiglieri della Croce Verde Intemelia, e cittadini.
"La donna subisce in silenzio. I dati della violenza in provincia di Imperia ci dicono che i primi contatti sono 213, due in più dello scorso anno; di questi 46 si sono trasferite o rivolte nella regione di origine dove avevano parenti o amici che potevano sostenerle. 132 hanno effettuato il primo e il secondo colloquio con il Cav e sono state reindirizzate ai servizi o ad altri cav. Le prese in cario attualmente sono 71 di cui 24 straniere mentre gli accessi al chatbot #nonpossoparlare ad oggi sono 1507" - dichiara Roberta Rota del centro antiviolenza ISV - "Nella convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica si legge: 'Riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione e riconoscendo che la natura strutturale della violenza contro le donne in quanto basata sul genere e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".
"Nella mia scorsa legislatura ho fatto il vicepresidente delle pari opportunità e di violenza di genere ne abbiamo parlato in lungo e largo" - sottolinea il consigliere regionale Veronica Russo - "Se siamo qui a parlarne ancora significa che il problema non si è ancora risolto e, perciò, ben vengano questo tipo di iniziative volte a sensibilizzare la popolazione e i giovani. Il lavoro fatto all'interno delle scuole credo sia l'arma più vincente che abbiamo per far arrivare il messaggio che bisogna rispettarsi indipendentemente dal sesso. Esiste la violenza sulle donne ma esiste anche la violenza sugli uomini. La violenza non va mai giustificata. Le forze dell'ordine svolgono un ruolo importante in questo ambito. Alla base dell'educazione civile ci debba essere il rispetto per la divisa. La vittoria sarà arrivare un giorno a non parlare più di violenza perché il problema sarà radicato alla base, quando si arriverà a quello vorrà dire che abbiamo creato una rete che funziona".
"Le scuole sono un terreno fertile con cui lavorare e portare discorsi di fertilità, bullismo e violenza, in particolare di violenza economica, riservata soprattutto alle donne" - mette in risalto il sindaco pro tempore di Vallecrosia Marilena Piardi - "I bambini sono pronti e, perciò, bisogna dare loro l'opportunità di esprimersi".
"Sanremo è capofila all'interno del centro antiviolenza, quindi, non può che collaborare attivamente e in maniera partecipativa con il comune di Ventimiglia e tutti i comuni della Provincia. Il nostro obiettivo e interesse è condividere buone pratiche da portare su tutto il territorio e, quindi, fare rete è sicuramente uno dei nostri obiettivi fondamentali" - interviene Vittorio Toesca, psicologo e consigliere comunale alle Pari Opportunità del comune di Sanremo - "Nel corso del convegno, nel mio ruolo di psicologo, ho affrontato in particolar modo i possibili sintomi di violenza che si possono riscontrare in una relazione con il proprio partner o con il proprio bambino. Creando consapevolezza nelle persone si possono individuare eventuali campanelli d'allarme così da poter prevenire l'escalation verso un'eventuale violenza più grave. Ho, infatti, distribuito un test per capire in quale fascia ci collochiamo. Se ci si trova nella fascia gialla o rossa sarebbe indicato parlarne e confidarsi con persone fidate o rivolgersi a professionisti".
"Gli strumenti ci sono per tutelare le vittime di violenza. Le possibilità oggi di intervenire e di interrompere l'aspirale della violenza ci sono" - fa sapere il capitano dei carabinieri di Ventimiglia Marco Da San Martino - "Ci sono strumenti normativi che nell'arco di un quindicennio hanno fornito all'autorità giudiziaria e alle forze dell'ordine possibilità: nuovi reati, nuove misure cautelari e nuove misure di prevenzione che possono interrompere l'aspirale della violenza e aiutare le persone. La prima cosa da fare è rivolgersi a noi e denunciare. Non è vero che non cambia niente. Bisogna trovare il coraggio di denunciare. La legge cardine è la 69 che ha introdotto il 'codice rosso' che prevede che le forze dell'ordine riferiscano direttamente al magistrato il primo contatto. Dal punto di vista legale c'è una priorità. Le denunce di maltrattamento, di atti persecutori, di tentativi di violenza sessuale, di bullismo, di cyberbullismo hanno una priorità. Tutte le denunce devono essere supportate da elementi di fatto, che dobbiamo raccogliere e che il magistrato deve valutare, non basta una denuncia per condannare una persona. Non sempre è chiara la violenza, visto che la vittima potrebbe non aprirsi del tutto. In ogni comando provinciale c'è del personale formato sull'ascolto, sull'analisi di questi fenomeni in grado di supportare le parti. Abbiamo realizzato 'una stanza tutta per sé' destinata all'ascolto di vittime di violenza, donne o bambini. A Imperia abbiamo realizzato una stanza rosa per mettere a loro agio le vittime di violenza o abuso, anche a Ventimiglia abbiamo realizzato uno spazio dedicato. La formazione è assolutamente importante perché bisogna saper riconoscere i segnali e i fattori di rischio. Vi sono delle misure cautelari come il divieto di avvicinamento alla persona offesa o un allontanamento urgente dalla casa familiare. Noi preveniamo, reprimiamo e proteggiamo ma arriviamo fino a un certo punto dopodiché dobbiamo trovare altri canali. Qui serve la rete tra tutti gli attori interessati. Da anni è stato istituito il 1522, un numero di pubblica utilità sulla violenza di genere per avere consigli ed essere instradati in forma anonima. Il numero d'emergenza è il 112".
"Come polizia postale e polizia di Stato in generale abbiamo molto a cuore questo tema. Ci occupiamo molto dell'aspetto della prevenzione nelle scuole parlando di bullismo e cyberbullismo ai giovani" - afferma l'ispettore della polizia postale Ivano Rebella - "Solo nel 1996 è nata una legge ad hoc sui reati di violenza sessuale. Si è in qualche maniera avvertita l'esigenza di spostare l'oggetto giuridico da tutelare. Si è data attenzione sulla persona. Mi sono reso conto che non c'era molta preparazione sull'ascolto tra gli operatori che sono i primi ad avere a che fare con la persona che ha subito violenza. Abbiamo così iniziato a fare della formazione con l'aiuto del dottor Ravera. Siamo arrivati a un provvedimento legislativo del 2023 che ci consente l'arresto in differita per maltrattamenti e atti persecutori. Sono definiti reati abituali. Oggi si parla di giustizia riparativa nata dall'esigenza di sanare l'offesa attraverso azioni utili alla vittima. Mi sono reso accorto che è necessario implementare la rete. Vogliamo sconfiggere la malattia mettendo in campo tutte le nostre competenze per portare a casa migliori risultati. Bisogna inculcare ai giovani la cultura del 'non fare al prossimo quello che non vuoi che venga fatto a te stesso'".
E' stato mostrato e illustrato, anche il video realizzato dal centro antiviolenza ISV per sensibilizzare la popolazione, in particolar modo i giovani: