Un lungo articolo di https://www.francetvinfo.fr/ riprende la vicenda del tunnel di Tenda e fa seguito a quanto scritto dal nostro giornale nei giorni scorsi: si passerà con orario 18-20 a senso unico alternato regolato da impianti semaforici. Transiteranno solo i veicoli leggeri, quindi nessun camion, niente autobus, niente auto elettriche e nessun mezzo che trasporti merci pericolose. L'orizzonte di apertura del traforo è quello del 20 dicembre o, comunque, entro la fine del 2024. Su questa scadenza si è esposto anche il ministro a Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini. Ma i francesi paiono non crederci troppo.
Il quotidiano francese ha intervistato, in via esclusiva, Jean-Michel Palette, presidente della Commissione intergovernativa, l'organo amministrativo che supervisiona il progetto. Palette, ai colleghi d'Oltralpe, ha confermato di aver ricevuto il documento per il transito in modalità costruzione e che molti lavori sono stati completati, a partire dall'installazione del ponte. Ma, come ha detto il sindaco di Tenda Jean Pierre Vassallo, raggiunto ieri al telefono, il documento sarebbe arrivato solo pochi giorni prima della prevista Commissione intergovernativa del 2 dicembre, poi posticipata, proprio per consentire la piena valutazione delle 50 pagine ricevute, al giorno 16.
L'ufficio del ministro delegato ai trasporti, François Durovray, sempre alla stampa francese, ha detto: "C'è molto lavoro tecnico preliminare per garantire se le condizioni sono soddisfatte: acqua, reti, elettricità, ventilazione... Tutti questi punti non sono completamente chiariti. Una fase di collaudo e controllo dei dispositivi di sicurezza può richiedere tempo per garantire che l'apertura avvenga senza rischi per gli utenti. Saranno gli organi di controllo della Cig (comitato di sicurezza e commissione tecnica) a effettuare questi controlli, in collaborazione con i servizi di emergenza francesi e italiani. Se l'apertura in “modalità cantiere” dovesse risultare effettiva, sarà quindi effettuata sotto la responsabilità dell'impresa italiana".
In realtà, dovrebbe esser Anas, quale committente, ad assumersene la responsabilità. L'impresa, da quel cantiere, non vede l'ora di andarsene, al punto che non farà, come previsto negli accordi iniziali, i lavori della vecchia canna. L'impresa, lo ricordiamo, dovrà consegnare il cantiere entro il 6 gennaio. Perché dal 7, a quanto risulta, scatterebbero le penali: 130 mila euro al giorno, da detrarre dai pagamenti non ancora ricevuti. Quindi, ricapitolando, i termini di apertura ballano tra il 20 dicembre (come da cronoprogramma) e il 6 gennaio, data oltre al quale scatterebbero le penali per l'impresa. "Aprire il 20 dicembre o il 6 gennaio", evidenzia però l'assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, fa una differenza enorme, perché in mezzo ci sono tutte le Festività.
Situazione complicata, che dovrà dipanare la CIG. O, ancora prima, il Comitato di sicurezza e commissione tecnica della CIG, che dovrà valutare le condizioni di sicurezza, appunto, del transito e trasmetterlo alla parte politica della Commissione Intergovernativa. Cui spetta l'ultimissima parola. Ma, così sembrerebbe, il maggior peso della decisione spetta ai vigili del fuoco, italiani e francesi. "Il prossimo 11 dicembre la parte francese effettuerà un sopralluogo al cantiere - spiega ancora Vassallo, in costante contatto con i referenti della Commissione. L'Italia dice che si può aprire? La Francia lo farà solo se ci sarà il parere positivo del Comitato sicurezza e, soprattutto, dei vigili del fuoco, nelle componenti francese e italiana, che ne fanno parte. Ma dovrà esserci un documento, una certificazione firmata che garantisca che si passa in sicurezza".
Su questo aspetto, Gabusi precisa: "Se Anas decide di aprire, è solo perché ha gli elementi per farlo, a partire dal parere dei vigili del fuoco". Tutto si deciderà, comunque, il giorno 16. Nel frattempo potrebbe tornare a Limone Piemonte e al cantiere il viceministro Edoardo Rixi mentre è certa per domani una visita dei francesi.
"Di questo tunnel abbiamo un bisogno vitale. La nostra valle sta morendo - aggiunge e conclude Jean Pierre Vassallo. Aprire il 20 dicembre forse salverebbe, almeno un po', l'onore e la faccia dell'Italia. Ma, con tutto quello che è successo, questa apertura non sarà un evento, perché non c'è nulla da festeggiare. Sarà un non evento. Anzi, un miracolo".