La sera del 30 novembre 2024, la Chiesa Luterana di Sanremo, nel cuore pulsante della città, ha ospitato un evento musicale che ha conquistato il pubblico presente con la sua originalità e intensità: il concerto della flautista genovese Antonella Bini, dal titolo 'Quadri in Musica'. In un programma che ha attraversato ben tre secoli di musica, Bini ha offerto un viaggio straordinario tra suoni e immagini evocati dal flauto, in un perfetto connubio di virtuosismo tecnico e sensibilità interpretativa.
L'ingresso libero ha attirato un pubblico eterogeneo, disposto a scegliere la bellezza della musica dal vivo, nonostante le numerose alternative offerte dalla giornata sanremese, come il luna park, il campionato invernale di regate West Liguria e il reading teatrale su Giovanna d'Arco. Eppure, l'esperienza musicale proposta dalla Bini è riuscita a distinguersi in modo netto, regalando un'occasione unica per apprezzare l'arte di una flautista che ha fatto della sperimentazione e della ricerca sonora la sua cifra distintiva.
Il concerto si è snodato attraverso un repertorio variegato, che ha spaziano dal Barocco al Novecento, fino alla contemporaneità, mostrando la straordinaria capacità di Antonella Bini di interpretare composizioni di diversa epoca con la stessa forza comunicativa. Il tema portante del concerto, "Quadri in Musica", si è tradotto in una riflessione sonora sulle immagini che la musica può suscitare, siano esse reali o surreali. Come affermato dalla stessa flautista, "occorrerà dipingere la musica, guardando i suoni e sentendo i colori", parafrasando le parole del celebre pittore Wassily Kandinsky, il quale vedeva nell'arte una fusione tra linguaggi visivi e sonori.
Il concerto si è aperto con un brano barocco di Georg Philipp Telemann, la "Fantasia in Re maggiore" dalle sue 12 Fantasie per flauto solo, una composizione che già nel suo incipit introduce il pubblico a un mondo di possibilità espressive, con un "Alla francese" che ha rimandato subito all'eleganza formale tipica del periodo, seguito da un "Presto" che ha esibito il virtuosismo fluido e dinamico della Bini.
Il programma è proseguito con la Sonata in La minore di Carl Philipp Emanuel Bach, figlio del celebre Johann Sebastian, che ha offerto un assaggio di quel linguaggio emotivamente teso e innovativo tipico della sua scrittura. Il flauto di Antonella Bini ha saputo cogliere la drammaticità della composizione, alternando passaggi di estrema delicatezza a quelli di più intensa vigorosità.
Un altro momento di grande intensità è stato l'esecuzione di Syrinx di Claude Debussy, uno dei brani più emblematici del repertorio per flauto solo, che ha permesso alla flautista di esplorare le sonorità più delicate e sensoriali, evocando immagini oniriche e sfuggenti, come una sorta di eco distante nel silenzio.
Il concerto ha continuato con Image for solo flute, Op. 38 di Eugène Bozza, che ha sfoggiato una scrittura moderna e accattivante, in grado di esaltare il potenziale timbrico del flauto, con effetti sonori che sembrano quasi scolpire l’aria intorno all’interprete. La composizione ha richiesto una notevole perizia tecnica, che Antonella Bini ha eseguito con disinvoltura, facendo risaltare ogni singolo dettaglio timbrico.
Un altro brano significativo della serata è stato Pwill di Giacinto Scelsi, compositore italiano che ha rivoluzionato la musica contemporanea con il suo approccio minimalista e ripetitivo. La Bini ha saputo rendere alla perfezione la spettralità e la tensione evocata dal brano, creando un'atmosfera sospesa che ha ipnotizzato il pubblico.
Un momento particolarmente emozionante della serata è stato quando il compositore Marco Reghezza ha preso la parola per presentare il suo brano The Perfect Ring, scritto appositamente per Antonella Bini. Il maestro era presente in sala per assistere all'esecuzione di questa composizione, un tributo alla perfezione formale ed espressiva che il flauto è in grado di raggiungere. La performance di Bini ha esaltato la scrittura delicata e complessa di Reghezza, che con questo brano ha esplorato nuove possibilità timbriche e dinamiche, regalando al pubblico un’esperienza sonora unica e profondamente emozionante.
Antonella Bini, nata a Genova nel 1985, è una flautista di grande fama, riconosciuta per la sua capacità di eseguire il repertorio flautistico con un approccio innovativo e una tecnica impeccabile. Definita dalla critica come un'interprete straordinaria, Bini si distingue per la sua abilità nell’affrontare il repertorio contemporaneo, che esegue con un’intensità e una precisione straordinarie. La sua carriera è segnata da una continua ricerca sonora, che la porta a esplorare nuovi orizzonti musicali, e dal suo impegno nell’esecuzione di brani poco frequentati, ma di grandissimo valore.
Nel corso del concerto alla Chiesa Luterana, Bini ha dimostrato ancora una volta il suo eccezionale talento, portando il pubblico in un viaggio sonoro che ha coinvolto e affascinato per la sua profondità, ma anche per la leggerezza e la freschezza di certe passaggi, riuscendo a rendere ogni composizione unica e viva. La sua abilità nel creare un legame empatico con il pubblico è stata una delle chiavi di successo di questa serata, che ha reso l’esperienza musicale ancora più intensa.
La serata ha confermato ancora una volta che Sanremo è molto più di un "teatro" esclusivo di eventi mainstream, e che la sua vita culturale, anche nei periodi più tranquilli, è capace di regalare emozioni uniche. Il concerto di Antonella Bini alla Chiesa Luterana, con il suo ricco programma e la straordinaria qualità dell'esecuzione, è stato un evento che ha arricchito il panorama musicale della città, dimostrando che, lontano dalle luci dei riflettori, la musica di qualità è in grado di conquistare il cuore del pubblico.
In un contesto tanto affollato di eventi, il recital di flauto della Bini ha rappresentato una rara e preziosa opportunità per apprezzare la musica dal vivo in una delle sue forme più pure ed evocative, facendo a meno dei fronzoli per concentrarsi sulla bellezza dei suoni e sulla potenza immaginifica che la musica è capace di evocare.