Politica - 19 novembre 2024, 17:52

Assessore regionale e consigliere comunale: Lombardi lascia o raddoppia? "Per ora tengo entrambi i ruoli, valuterò nel tempo".

L'esponente di FdI lascia però l'incarico di capogruppo a Sanremo ad Antonino Consiglio

Assessore regionale e consigliere comunale: Lombardi lascia o raddoppia? "Per ora tengo entrambi i ruoli, valuterò nel tempo".

Lascia o raddoppia? Luca Lombardi non ha dubbi, senza scomodare il mitico Mike (che, peraltro, Sanremo onora con una statua): resta a Palazzo Bellevue, dopo aver appena inaugurato il suo quarto mandato consecutivo da consigliere (FdI), e al tempo stesso si prepara a svolgere il nuovo e prestigioso incarico di assessore regionale con deleghe a turismo, marketing territoriale, Agenzia in Liguria e ciclo delle acque. Nella sua città all'opposizione, a Genova nel governo della regione. Come il suo mentore Gianni Berrino, assessore nel primo e secondo mandato di Giovanni Toti (dal 2015) fino all'elezione a senatore nel 2022, e contemporaneamente consigliere comunale di minoranza durante la prima amministrazione Biancheri (2014-2019).

"I due ruoli non sono incompatibili - spiega Lombardi - di conseguenza ho deciso di rimanere al mio posto in Comune, per il forte legame con la città, ma con una variazione: il passaggio dell'incarico di capogruppo ad Antonino Consiglio, non potendo garantire sempre la mia presenza alle riunioni. Valuterò nel tempo come gestire al meglio il doppio impegno, per ora si parte così. Domani sarò a Genova, per prendere possesso dell'ufficio e confrontarmi subito con il gruppo di lavoro. Il presidente Bucci, che ringrazio ancora per la nomina, vuole che la giunta sia subito operativa in attesa dell'insediamento del Consiglio. Inizialmente preferisco spostarmi in treno, in seguito si vedrà se fare ricorso all'auto (blu o privata, ndr). Farò comunque il pendolare, fermandomi a pernottare nel capoluogo soltanto in caso di necessità. Quanto alla mia attività (commerciante di abbigliamento), ho un giovane socio che è assolutamente in grado di portarla avanti anche in mia assenza".

La parabola politica di Lombardi, 55 anni, iniziata con Forza Italia giovani e maturata con l'ingresso a Palazzo Bellevue sotto le insegne del Pdl, a seguito dell'elezione a sindaco di Maurizio Zoccarato (2009), lo porta oggi al governo della Liguria dopo che tre lustri fa aveva rinunciato alla possibilità di diventare assessore nella sua città, accontentandosi dello scranno in Consiglio. Sono seguiti dieci anni all'opposizione, con Alberto Biancheri sindaco di una coalizione civico-progressista, e la nuova (pesante) sconfitta del centrodestra alle amministrative del giugno scorso, che ha portato un altro civico, Alessandro Mager, sulla poltrona di primo cittadino. Si diceva che avesse "prenotato" la presidenza del Consiglio se le cose fossero andate secondo le previsioni prima del ballottaggio, con Gianni Rolando favoritissimo, evitando così nuovamente l'ipotesi giunta. "Ma non era vero - smentisce adesso Lombardi - diciamo che era naturale chiacchiericcio politico elettorale, magari anche un po' di strategia. Perché se avessimo vinto l'avrei fatto l'assessore, se mi fosse stato chiesto". Ora gli è andata decisamente meglio: assessore sì, ma regionale.
Prima di Lombardi e Berrino, negli ultimi vent'anni si sono verificati altri casi di doppio incarico amministrativo sull'asse Sanremo-Genova: durante l'amministrazione Borea (dal 2004) Luigi "Gigio" Patrone si è diviso tra Regione e Comune, però sempre in maggioranza, e nella successiva legislatura guidata dal centrodestra lo stesso è accaduto a Massimo Donzella (attuale assessore comunale), pur con un paio di cambi di casacca e la conseguente uscita dall'allora maggioranza di Palazzo Bellevue. 

Ora tocca il doppio ruolo tocca a Lombardi, unico rappresentante di Sanremo, con il quale l'amministrazione Mager può e deve dialogare, nell'interesse della città (non a caso il neo assessore ha parlato subito di Festival...). Anche perché una parte consistente della forte componente di centrodestra racchiusa nelle quattro liste civiche del sindaco pare che si sia spesa per lui nel segreto dell'urna, non avendo candidati di riferimento del territorio e avendo lasciato ufficialmente libertà di voto.

Gianni Micaletto

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