Economia - 08 novembre 2024, 07:00

Codice Appalti Pubblici: le novità del Decreto Legislativo del 21 ottobre 2024

Il Codice degli Appalti Pubblici è il quadro normativo che disciplina la gestione dei contratti di lavori, di servizi e forniture da parte della Pubblica Amministrazione

Codice Appalti Pubblici: le novità del Decreto Legislativo del 21 ottobre 2024

Il Codice degli Appalti Pubblici è il quadro normativo che disciplina la gestione dei contratti di lavori, di servizi e forniture da parte della Pubblica Amministrazione. Il principale obiettivo di questo codice consiste nel garantire la trasparenza, l'efficienza e la concorrenza nei procedimenti di appalto, assicurando allo stesso tempo anche il rispetto dei principi di imparzialità e di legalità. Il codice stabilisce regole per tutte le fasi degli appalti, dalla pianificazione alla realizzazione, al fine di garantire una gestione responsabile delle risorse pubbliche e una maggiore tutela degli interessi collettivi.

Le novità delle disposizioni correttive e integrative

Gli appalti pubblici rappresentano un settore altamente regolamentato, in cui la partecipazione è riservata a imprese che dimostrano solidi requisiti di affidabilità e competenza. Tra gli aspetti centrali, l’attestazione SOA – documento che certifica la capacità tecnica e finanziaria di un’azienda di realizzare le opere richieste (per la cui classificazione fanno fede le categorie SOA elencate sul sito SoaSemplice.it) – è un requisito fondamentale per candidarsi a lavori pubblici di importo significativo.

Proprio in riferimento alle norme che regolano gli appalti pubblici, ci sono delle novità che arrivano con il Decreto Legislativo del 21 ottobre 2024, che ha l'obiettivo di introdurre disposizioni correttive e integrative al Decreto Legislativo 36 del 2023, conosciuto proprio come Codice degli Appalti Pubblici. L'obiettivo delle nuove norme, che hanno ricevuto un primo via libera da parte del Consiglio dei Ministri, è quello di ottimizzare e di semplificare il regolamento attualmente in vigore, affrontando alcune criticità che sono state riscontrate nella sua applicazione, tra cui quelle relative alla legge sull'equo compenso e all'adeguata applicazione del contratto collettivo al personale coinvolto negli appalti e nelle concessioni.

L'equo compenso e i criteri di gara

Per quanto riguarda i servizi di natura tecnica e intellettuale, come quelli che hanno a che fare con l'ingegneria e l'architettura che hanno un valore pari o superiore a 140.000 euro, sono stati introdotti criteri precisi per l'affidamento dei contratti. I compensi vengono utilizzati dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti per stabilire l'importo di base della gara, comprensivo anche delle spese accessorie. Le gare per questi contratti saranno aggiudicate sulla base dell'offerta più vantaggiosa dal punto di vista economico, individuata considerando il rapporto migliore tra la qualità e il prezzo.

Il 65% dell'importo base è considerato come prezzo fisso, per garantire il principio di equo compenso. Il 35% restante è soggetto a possibili ribassi nel corso della gara. Le stazioni appaltanti, comunque, sono tenute a fissare un limite massimo per il punteggio economico, che non supera il 30%, per dare valore alla componente qualitativa dell'offerta.

Per gli affidamenti diretti con valore inferiore a 140.000 euro, i compensi possono essere ridotti fino al 20%, sempre rispettando le norme sulla verifica delle offerte anomale, consentendo l'esclusione automatica delle proposte non conformi ai principi dell'equo compenso.

I contratti collettivi e le nuove disposizioni

Il Decreto Legislativo del 21 ottobre 2024 introduce un nuovo allegato che indica i criteri e le modalità che possono determinare il contratto di lavoro applicabile. Il tutto serve a definire le procedure per presentare e per verificare la dichiarazione di equivalenza in relazione alle tutele per il personale impiegato. Inoltre, sono previste modifiche per la revisione dei prezzi, con un nuovo allegato che vuole garantire certezza e puntualità nell'applicazione delle clausole.

Per quanto riguarda l'esecuzione del contratto, il decreto prevede una nuova classificazione delle varianti e un nuovo istituto di collaborazione. Sono stati, inoltre, diminuiti i costi legati al Collegio Consultivo Tecnico. L'obbligo della progettazione digitale è stato limitato agli appalti che hanno un valore superiore ai 2 milioni di euro. Infine, la qualificazione per l'esecuzione degli appalti è stata regolamentata, con incentivi per il suo ottenimento anche in fase di gara.

Richy Garino

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