La vecchia, cara filovia non esiste più, smantellata dalla Rt alla fine dell'inverno scorso, ma sono rimasti i tralicci utilizzati anche come sostegno dei lampioni, parecchi dei quali a rischio di cedimento.
Da qui la necessità d'intervenire, con una certa urgenza, per rimuovere quelli potenzialmente pericolosi. E' il senso del piano d'azione deciso dal Comune di Sanremo, tramite il servizio viabilità (di cui è responsabile l'architetto Anna Ricci), che ha prima mirato al tratto di Aurelia meno problematico su questo fronte, compreso tra la zona dello stadio e il confine con Arma di Taggia, e poi ha affrontato il nodo più complicato, tra il deposito dei bus a San Martino e il confine con Ospedaletti, affidando a un ingegnere la progettazione dei lavori di rimozione e sostituzione dei pali in ferro ed a un geologo l'indagine sulle condizioni geofisiche dei siti interessati.
Nel primo caso, si tratta di una ventina di tralicci da eliminare e rimpiazzare, con un prospetto di spesa abbastanza contenuto; nel secondo, invece, l'impegno finanziario è notevole, intorno al milione di euro (sono interessati oltre 200 punti luce). Il tutto dopo che nel febbraio scorso, annunciando lo smantellamento della rete filoviaria, la Riviera Trasporti aveva segnalato lo stato di degrado di diversi tralicci legati all'illuminazione pubblica. Già l'amministrazione Biancheri, sul finire del proprio mandato, aveva provveduto a reperire i fondi necessari, e ora l'amministrazione Mager è chiamata a gestire la fase operativa.
La fine della filovia, che era ormai in disuso da tempo, è la conseguenza della perizia commissionata lo scorso anno da Rt a una società specializzata, dalla quale sono emerse le preoccupazioni per la tenuta di molti pali. E, insieme, la forte anti-economicità di un eventuale intervento straordinario di manutenzione. Così, otto mesi fa, sono scattati i lavori di smantellamento, che, ovviamente, hanno interessato anche la linea Bordighera-Ventimiglia.
Il recupero del rame dei cavi ha compensato, almeno in parte, i costi dell'operazione (12 mila euro a chilometro). Fino all'alba di questo decennio si è tentato di salvare (e rilanciare) la storica filovia inaugurata nel 1942, ma le buone intenzioni degli enti pubblici coinvolti si sono spente di fronte alle difficoltà per reperire gli ingenti finanziamenti. E ora la scomoda eredità dei tralicci-lampione a rischio crolli, da sostituire il prima possibile.