C’è poco da girarci intorno, quando salgono sul palco le colonne del cantautorato italiano si sente qualcosa nell’aria che cambia, come se lo spazio fosse quello di sempre, ma il tempo restasse sospeso. E così Simone Cristicchi con Amara e Samuele Bersani con il suo libro dei testi hanno donato all’ultima serata del Premio Tenco 2024 un’aura di bellezza, di sospensione, di vero spirito della rassegna.
Spiazzante la potenza del duo Cristicchi-Amara nel reinterpretare brani taglienti come “Che sia benedetta” o “Abbi cura di me”, per chiudere con una ancor più eterea versione de “L’ombra della luce” di Franco Battiato.
Mai banale Samuele Bersani, nel portare all’Ariston due colonne della sua penna come “En e Xanax” e “Giudizi universali”, con tanto di spiegazione al pubblico, una sorta di tutorial: “Se cantate ‘vorrei ma non posso’ allora non avete capito niente”.
In mezzo l’omaggio di Filippo Graziani a papà Ivan con brani come “Pigro” e “Lugano addio” che hanno toccato più di una generazione di musicofili, il tributo e il Premio del Tenco a Caterina Caselli, il dissacrante incipit di Francesco Tricarico, il giovane flusso creativo della genovese Irene Buselli e il messaggio di pace del russo Jurij Ševčuk con i suoi DDT.
Si chiude così il sipario sull’edizione numero 47 del Premio Tenco, quella che segna anche il cinquantesimo compleanno della rassegna, iniziata nel 1974. Un flusso di musica e parole che ha accompagnato la città da mercoledì tra il Teatro Ariston, la sede del Club Tenco alla ex stazione e la città vecchia. Un filo che lega la città a un evento che ha fatto la storia della musica e che continuerà a farla. La musica d’autore passa dal Tenco, e il Tenco ne è la casa.
(Foto di Erika Bonazinga)