Scoperto un altare sacrificale correlato al Culto delle Vette, luogo di incontro tra il cielo e la terra con una grande vaschetta di cm. 48 di diametro e un canaletto di scolo indicato da una freccia utile per pacificare la Terra Madre con il sangue. Dimensione della vaschetta inusuale che probabilmente si giustifica dovendo contenere le interiora dei cervi catturati durante le cacce stagionali d’altura più importanti dell’anno che venivano bruciate e con il fumo disperse nell’immensità del cielo a cui faceva seguito tra tutti i presenti la complessa liturgia del sacrificio. Dopo di che, bruciate le interiore si ha tutte le ragioni per pensare che le carni macellate, in ragione a precise norme di valore simbolico, venissero consumate tra tutti i presenti. Mangiare insieme era anche un modo per stringere i legami tra tutti i partecipanti alla complessa liturgia del sacrificio.
Andrea Eremita del gruppo ricerche Archeinervia.