“Nella lettura dei dati utilizzata dall’assessore Scajola per rispondere ad Andrea Orlando in merito alla sua proposta di una legge sul Consumo di suolo si mischiano ambiente, politica, cambiamenti climatici e dighe.
La disamina risulta un ottimo minestrone per non entrare nel merito della proposta, ora che la passione per i mortai che ha caratterizzato la sua giunta è stata rapidamente dimessa, ma omette delle considerazioni importanti.
È vero che ISPRA ha certificato per la Liguria un consumo netto di suolo pari allo 0,08% nel biennio 2021-2022. Ma dimentica che la Liguria è ampiamente, e per fortuna, la Regione con la maggior percentuale di superficie forestale in Italia, 387 mila ettari su 542 mila, cioè oltre il 71% del totale (fonte Inventario forestale nazionale) Per fare un paragone abbiamo gli stessi boschi della Sicilia che, però, è 5 volte più grande di noi. Insomma consumiamo meno suolo perché c’è poco da consumare, perché abbiamo meno territorio dove costruire e perché nella fascia costiera il consumo di suolo è già devastante e si avvicina al 45% del totale. Il dato ligure, senza scomodare politiche inesistenti, è praticamente costante dal 2006 ad oggi, con 15 metri cubi di consumo di suolo per ettaro: il valore è più alto solo della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige e, vista la conformazione dei territori, non crediamo sia necessario spiegare il perché. Ciò che invece emerge dal rapporto ISPRA sono il dato assoluto superiore alla media nazionale - nonostante, come visto, ci sia più poco da consumare – e l’assenza di politiche per de-impermeabilizzare il nostro territorio e restituire spazio a rii, torrenti e fiumi. Il 52% delle aree urbanizzate è infatti in zone a elevata o media pericolosità idraulica e proprio in Liguria si registra la maggiore percentuale di suolo consumato in aree protette, il 4,2%.
Questi numeri confermano, quindi, la necessità della norma proposta da Orlando: serve una legge che affronti il problema e lo faccia subito. Una legge che permetta che per ogni metro quadrato occupato se ne liberi un altro e per concentrare le poche risorse proprio sugli interventi a difesa del territorio, tenendo insieme sviluppo equilibrato, tutela dell’ambiente e sicurezza della popolazione”.