Cronaca - 12 settembre 2024, 20:07

Sanremo: rivolta nel carcere di Valle Armea, detenuti con le spranghe a 'caccia' di un detenuto dalla seconda alla terza sezione

Gli agenti della Penitenziaria stanno contenendo i disordini ma la situazione della casa circondariale sembra ormai fuori controllo

Sanremo: rivolta nel carcere di Valle Armea, detenuti con le spranghe a 'caccia' di un detenuto dalla seconda alla terza sezione

Dopo i disordini di ieri notte, dal tardo pomeriggio di oggi si registrano ancora forti tensioni in carcere a Sanremo. Una quindicina di detenuti della seconda sezione si è rifiutata di rientrare nelle celle e, armata di bastoni e spranghe, avrebbe voluto raggiungere la terza per regolare i conti con un altro recluso. Da alcuni mesi, tra l'altro, nel carcere matuziano sono arrivati diversi detenuti dal Piemonte, considerati particolarmente rissosi.

Sono stati richiamati gli agenti della Polizia Penitenziaria liberi dal servizio e, al momento, stanno contenendo i malintenzionati. “Quanto continua ad accadere – evidenzia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA - dimostra la sostanziale inerzia del dipartimento che, a sua volta non adeguatamente supportato dall’azione politica del Ministero della Giustizia e del Governo, non riesce ad assumere provvedimenti e misure utili ad arginare le continue tensioni che attraversano le carceri da nord a sud, isole comprese”.

Il carcere di Sanremo, con 266 detenuti presenti a fronte di 221 posti disponibili, soffre di forte sovraffollamento a cui fa da contraltare la mancanza di almeno 80 agenti (186 amministrati a fronte di un fabbisogno di 286): “Come se non bastasse – prosegue il segretario - le difficoltà operative vengono amplificate dalla disorganizzazione che investe l’apparato inframurario nel suo insieme. Complessivamente, nelle prigioni del Paese, sono 15mila i detenuti oltre i posti disponibili, mentre gli organici della Polizia penitenziaria mancano di oltre 18mila unità. A ciò si aggiungano deficienze strutturali e infrastrutturali, penuria di equipaggiamenti, insufficienza di strumentazioni, carenze nell’assistenza sanitaria e psichiatrica. Dall’inizio dell’anno 70 ristretti e 7 operatori di Polizia penitenziaria si sono tolti la vita. Polizia penitenziaria i cui appartenenti, oltre a essere sottoposti a turnazioni massacranti e alla compressione di diritti di rango costituzionale, nel 2024 hanno subito oltre 2mila aggressioni”.

Secondo i sindacati la situazione del carcere di Sanremo è ormai fuori controllo e potrebbe esplodere in modo pericoloso se non viene messo in atto un intervento definitivo. “Confidiamo – termina De Fazio - che grazie alla professionalità e al diuturno sacrificio delle donne e degli uomini del Corpo di polizia penitenziaria anche questi ennesimi disordini possano rientrare senza conseguenze irreparabili, ma è impensabile andare avanti così. Il Guardasigilli, Carlo Nordio, e la Premier, Giorgia Meloni, battano un colpo”.

“Il fatto che per questa volta non si sia verificato nessun evento critico grave – commenta Roberto Santini, Segretario Generale del Sinappe - non può rassicurarci perché in ogni istituto penitenziario, in ogni momento, la situazione può degenerare, determinando fatti ben peggiori. Il carico di lavoro e di stress che la Polizia penitenziaria sta accumulando da mesi e che si aggiunge alle criticità ormai croniche del sistema penitenziario, deve essere il primo pensiero, la prima preoccupazione, di tutti quei politici ed amministratori che parlano di carcere senza avere minimamente idea di cosa significhi recarsi ogni giorno al lavoro nelle condizioni che vivono quotidianamente migliaia di poliziotti penitenziari”.

Carlo Alessi

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