Cronaca - 11 settembre 2024, 08:23

Sanremo: disordini nella notte nel carcere di Valle Armea, per tornare alla tranquillità richiamati tutti gli agenti disponibili

Non vi sarebbero feriti o contusi, mentre ingenti sarebbero i danni nella sezione

Sanremo: disordini nella notte nel carcere di Valle Armea, per tornare alla tranquillità richiamati tutti gli agenti disponibili

Gravi disordini si sono registrati nella notte nel carcere di Sanremo. Una ventina di detenuti della terza sezione, su circa 50 totali, si sono rifiutati di rientrare nelle rispettive celle e hanno vandalizzato i locali”.

Tutti gli agenti della Polizia penitenziaria disponibili sono stati richiamati in servizio e, grazie alla professionalità e all’opera di convincimento delle donne e degli uomini del reparto, la situazione è rientrata dopo qualche ora. Non vi sarebbero feriti o contusi, mentre ingenti sarebbero i danni nella sezione.

La conferma arriva da Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Penitenziaria. “Anche a Sanremo – evidenzia De Fazio - con 266 detenuti presenti a fronte di 221 posti disponibili, vi è un forte sovraffollamento a cui fa da contraltare una penuria di agenti di almeno 80 unità (186 amministrati a fronte di un fabbisogno di 286), con difficoltà operative che vengono amplificate anche dalla disorganizzazione imperante che investe le carceri del Paese”.

“Sono ormai 15mila i detenuti oltre i posti disponibili - spiega il sindacalista - mentre gli organici della Polizia Penitenziaria continuano a essere mancanti di oltre 18mila unità. A ciò si aggiungano deficienze strutturali e infrastrutturali, mancanza di equipaggiamenti, insufficienza di strumentazioni, carenze nell’assistenza sanitaria e psichiatrica. Basta pensare a questi aspetti per comprendere lo stato di fatto in cui riversano i reclusi e nel quale, loro malgrado, le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria vengono costretti a operare. Le tensioni e i disordini sono peraltro continui, dal nord al sud del Paese, isole comprese. C’è da chiedersi, e dovrebbero domandarselo dalle parti di Via Arenula e di Palazzo Chigi, per quanto tempo si potrà andare avanti così prima che tutto imploda tragicamente”.

“In Portogallo, a fronte di cinque evasi, sono stati rimossi capo e vice-capo dell’amministrazione penitenziaria. Da noi succede molto di più - conclude De Fazio - e di peggio senza che si assumano provvedimenti consequenziali. Sia ben chiaro, non chiediamo teste, anche perché non ci sentiamo d’addossare l’intera responsabilità d’almeno 25 anni di abbandono e persino di malgoverno delle prigioni a quanti si trovano pro-tempore alla loro guida; al contrario, vorremmo qualcuno con cui confrontarci compiutamente su questioni concrete a partire da un Ministro della Giustizia che non si limitasse agli annunci. Cosa ne è stato delle misure annunciate ai primi d’agosto dopo aver, evidentemente, preso atto del fallimento del decreto carceri? Servono interventi immediati, la catastrofe è a un passo”.

Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha così commentato: “Ieri sera, una ventina detenuti della Terza Sezione, in stato fisico visibilmente alterato probabilmente dall’alcool e senza una concreta motivazione, hanno praticamente devastato grande parte dell'intera Sezione, rompendo tutti gli arredi. I detenuti sono arrivati al punto di far allontanare il poliziotto di servizio e hanno continuato a protestare violentemente fino a tarda notte. Ancora una volta, solo grazie al personale di polizia penitenziaria di Sanremo e dopo ore di alta tensione, si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto”.

“Ormai quello che quotidianamente accade negli Istituti del Distretto penitenziario ligure non fa più notizia - denuncia Tristaino – con le aggressioni che avvengono pressochè quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell'Amministrazione Penitenziaria del Piemonte, che ha competenza anche per la Liguria dopo la scellerata decisione politico-ministeriale dell’allora Guardasigilli Andrea Orlando che chiuse incomprensibilmente il Provveditorato di Genova accorpandolo a quello di Torino. E la disorganizzazione è tale che adesso, a Sanremo, la sorveglianza generale del carcere è affidata ad un Assistente Capo della Polizia penitenziaria che ha già espletato il turno notturno (!) mentre due Ispettori, quindi con un grado ed una responsabilità professionale maggiori, sono presenti in turno!”. Il sindacalista, che esprime solidarietà al personale del Reparto di Polizia del carcere di Valle Armea, ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri regionali, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”

“La situazione penitenziaria è sempre più critica – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce – e quanto avvenuto testimonia che il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari".

"Continuiamo altresì a chiedere che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori - prosegue il leader del SAPPE, che fa appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente - al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.

Carlo Alessi

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