Sotto lo sguardo del candidato in pectore Andrea Orlando prende lentamente forma il puzzle del ‘campo largo’ ligure. I tempi sono dilatati, come è ormai consuetudine, ma alla fine il via libera di Azione è arrivato.
“Riteniamo positive le parole chiare e nette di Andrea Orlando sui tre punti sollevati dal segretario di Azione, Carlo Calenda, per una campagna che metta in sicurezza le grandi opere, quelle già avviate e quelle che dovranno partire, rifiuti il giustizialismo e preveda una leale collaborazione con l’amministrazione Bucci - si legge nella nota del partito - su queste basi il lavoro per la presentazione di una lista di Azione e di altre forze autenticamente riformiste può partire”.
Azione parla di “lista”, anche se resta da vedere con quale veste i calendiani scenderanno in campo: l’ipotesi più probabile è che il simbolo si fonda con l’intera ala centrista (insieme a +Europa), ma non è escluso che l’eventuale ingresso di Italia Viva porti a una scissione.
Italia Viva, appunto. All’appello della coalizione progressista manca soltanto il partito di Matteo Renzi, impegnato nel tira e molla tra l’adesione al progetto regionale del centrosinistra e l’appoggio all’amministrazione comunale genovese di centrodestra del sindaco Marco Bucci. La tanto attesa uscita dalla squadra di governo nel capoluogo ancora non è arrivata e, quindi, tutto resta in stallo. Ma il tempo passa e con lui rischia di logorarsi la pazienza di una squadra che da settimane non aspetta altro che potersi presentare agli elettori nella sua forma definitiva.
Dall’altra parte della barricata la situazione è, se possibile, ancor più complicata. A 50 giorni dal fine settimana elettorale il centrodestra ancora non ha un candidato presidente e non ha una ipotetica struttura delle liste che lo sosterranno. Per il momento filtrano solamente i nomi dei primi candidati dei vari partiti di governo, ma del resto non c’è traccia.
Negli ambienti si vocifera che le riserve saranno sciolte solamente dopo il risultato del sondaggio commissionato da Fratelli d’Italia per verificare nero su bianco l’appeal dei diversi ipotetici candidati, e qui la squadra di governo deve fare i conti con il dilemma Rixi.
Il vice ministro del ‘Carroccio’, infatti, sembrerebbe il più gradito (di certo il più conosciuto) tra i papabili candidati del centrodestra, più della deputata di ‘Noi Moderati’ Ilaria Cavo, più del segretario regionale di Forza Italia, Carlo Bagnasco, e più del vice sindaco di Genova, Pietro Piciocchi.
Ma il vice di Matteo Salvini respinge la corte, lo ha detto chiaramente anche a margine della presentazione dell’edizione 2024 del Salone Nautico di Genova: “Servo a Roma, sono l’unico rappresentante ligure nella squadra di governo”.
Che sia un bluff o meno lo diranno solo il tempo che passa e una eventuale investitura ufficiale. O, come ha detto lo stesso Rixi, una eventuale richiesta dall’alto firmata Giorgia Meloni. Motivo per il quale l’attenzione è puntata sul prossimo vertice di governo che lunedì vedrà seduti al tavolo la premier e i leader di Forza Italia e Lega, Antonio Tajani e Matteo Salvini.