Al Direttore - 06 settembre 2024, 10:07

Ospedaletti, lettera di saluto a Emilio "Elio" Dal Cero da parte di un nostro lettore

"Mi piacerebbe che venisse ricordato proponendo un trofeo annuale, semplice e alla portata di tutti, oppure una targa sulla ciclabile nel percorso di Ospedaletti. Elio lo meriterebbe, e con lui tutti i ciclisti accomunati nella passione per la bici"

Ospedaletti, lettera di saluto a Emilio "Elio" Dal Cero da parte di un nostro lettore

La scomparsa di Emilio Dal Cero, detto "Elio", ha lasciato un segno in molti abitanti di Ospedaletti. Una figura a cui tutti erano affezionati, e che anche il nostro lettore Leonardo Kogliodima ha voluto ricordare con qualche parola:

"Penso che, ancora in fasce, negli anni '50, il papà già lo portasse in bici e che all'imprinting dei volti familiari si fosse aggiunto anche quello della bicicletta, in un tutt'uno emozionale inscindibile che mai più, nel corso della vita, lo avrebbe abbandonato e che per sempre lo avrebbe identificato agli occhi di chi lo conosceva: una simbiosi esistenziale e passionale, dove c'era Elio c'era per forza la bici.

Nella Sanremo degli anni '50 e '60, splendida e irripetibile, ci incontravamo in Piazza San Siro o in Via Bezzecca e la bici c'era sempre: difficile non vedere lui o il padre in bici. Nella nostra compagnia di ragazzi di Piazza San Siro, la sua semplicità e giovialità erano familiari, condivise, ricercate e apprezzate.

Altri valori e altri tempi, ma nel modificarsi, oggi, di tutto quanto, minandone anche la memoria per poi mistificarli e farne assurgere altri a vuoti surrogati, la passione di Elio per la bici è andata oltre il tempo e oltre tutto, intatta e passionale, ferma nell'agonismo contro la fatica delle pedalate in salita, nello sforzo teso a raggiungere e superare quel traguardo, con lo sguardo già verso il prossimo, anche quando il corpo lo ha limitato ma non abbattuto.

Semplice nell'aspetto e nei modi, gioviale e dal largo sorriso, l'incontro era così anche quando non ci si vedeva da lungo tempo, e il dialogo era sempre affabile.

Elio ha scritto una pagina, a suo modo, di ciclismo "epico", in cui l'epicità, ritengo, sia stata quella di non avere mai, in nessun momento, tradito la sua passione. Il tempo non l'ha scalfita ed è per questo amore che, oggi, venuto a conoscenza della fine della sua vita, mi piace ricordarlo.

Mi piacerebbe anche che venisse ricordato proponendo un trofeo annuale, semplice e alla portata di tutti, oppure una targa sulla ciclabile nel percorso di Ospedaletti. Elio lo meriterebbe, e con lui tutti i ciclisti accomunati nella passione per la bici, metafora della vita, fatta di salite estenuanti e discese col vento in faccia, traguardi raggiunti e abbandonati. Un pensiero per lui da parte di chi passerà e un momento di riflessione per tirare il fiato, e poi ancora via, verso altri traguardi.

Per quanto mi riguarda, immagino che Elio stia pedalando libero tra le nuvole! Ciao Elio, mi piace pensarti così".

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