Politica - 29 agosto 2024, 13:35

Le osservazioni delle associazioni della Provincia di Imperia sul respingimento del Progetto del parco eolico

"Il danno ambientale che ne avrebbe la Provincia di Imperia, si tradurrebbe anche in un danno economico, talmente elevato da essere di difficile quantificazione, e comunque ben superiore ai vantaggi di una produzione di energia elettrica-eolica"

Le osservazioni delle associazioni della Provincia di Imperia sul respingimento del Progetto del parco eolico

Le Associazioni datoriali della Provincia di Imperia hanno raccolto l’appello del Presidente della Confcommercio Enrico Lupi e hanno predisposto congiuntamente le osservazioni già inviate, entro il termine di legge, al Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (Mase) in riferimento al progetto del parco eolico 'Imperia monti Moro e Guardiabella'.

"Le osservazioni - si spiega nella nota -, corredate da dettagliata documentazione, che terminano con la richiesta che il progetto venga respinto nell’ambito della procedura di impatto ambientale avviata dal ministero, sono state sottoscritte dal Presidente Provinciale della Confcommercio Enrico Lupi, dalla presidente della Cia Mariangela Cattaneo, dal Presidente della Coldiretti Gianluca Boeri, dalla Presidente della Confartigianato Donatella Vivaldi, dal presidente della Cna Michele Breccione Mattucci, dal Presidente della Confesercenti Ino Bonello e dalla Presidente della Confindustria Barbara Amerio.

Nella relazione viene evidenziato come il progetto ricada in una vasta area del territorio, che comprende anche la realizzazione di strade e fondazioni per le quali si prevede un volume di scavo di oltre 1 milione di metri cubi di terre e rocce, con un importante impatto ambientale, di cui per una quota di oltre 700 mila metri cubi si dovrà trovare diversa collocazione e non sarà certo facile trovare o realizzare una idonea discarica. Nel progetto peraltro non vi sono elaborati a questo riferimento e neppure un piano particellare, o una semplice planimetria catastale, con i terreni da acquisire. Viene inoltre posto l’accento sul coinvolgimento di aree archeologiche importanti, così come sulle interferenze enormi con l’ambiente, l’ecosistema la fauna anche migratoria e sugli ostacoli creati dalla presenza di aereogeneratori di quella altezza al sistema antincendio boschivo, con particolare riferimento all’impiego di mezzi aerei.

La relazione pone anche l’accento su un aspetto non citato nel progetto: la distanza delle pale eoliche dai centri abitati, evidenziando come i generatori di oltre 200 metri di altezza saranno a 2 chilometri in linea d’aria dai centri di Castellaro, Pompeiana, Terzorio e Cipressa e a 700 metri da Lingueglietta. Gli aerogeneratori incomberanno quindi sulla costa, immediatamente a ridosso di Taggia, Riva Ligure, Santo Stefano al Mare, Cipressa, Costarainera e Imperia, senza considerare il danno incalcolabile per le valli Argentina, San Lorenzo, Prino, Maro, Impero, Arroscia e Rezzo, e il conseguente annullamento della ragione d’essere del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri, da cui si godrebbe la vista dell’impianto a pochissimi chilometri da ogni cima, passo, cresta, vetta.

Viene poi rimarcato il fatto che tutto l’enorme impatto ambientale, non risulta neanche compensato da realistiche produzioni di energia elettrica, trattandosi di una zona a medio bassa ventosità, come rappresentato dalla carta della velocità del vento in Italia, allegata alla relazione. Tale impianto, con i numeri e l’impatto ambientale mostrati, produrrebbe (in presenza di vento, sia chiaro, del tutto discontinuo e quasi del tutto assente per i mesi d’estate) 196 MW di potenza elettrica. Occorrerebbero quindi ben oltre 10 anni di produzione eolica per compensare i costi energetici della sua costruzione. Il danno ambientale che ne avrebbe la Provincia di Imperia, si tradurrebbe anche in un danno economico, talmente elevato da essere di difficile quantificazione, e comunque ben superiore ai vantaggi di una produzione di energia elettrica-eolica, alquanto aleatoria, a causa della discontinuità e della scarsa intensità dei venti per l’area in esame, senza contare che si creerebbe un precedente devastante".

C.S.

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