Sport - 18 agosto 2024, 15:05

Sessant'anni per il Tennis club di Ospedaletti, cerimonia per ringraziare gli storici fondatori (Foto)

Ospite d’onore della cerimonia di premiazione Renzo Cimiotti, decano dei tennisti del Ponente Ligure, fondatore del circolo e memoria storica del tennis ligure. A consegnare gli attestati di benemerenza il sindaco Daniele Cimiotti

Sessant'anni per il Tennis club di Ospedaletti, cerimonia per ringraziare gli storici fondatori (Foto)

Una storia di 60 anni quella che oggi il Tennis club di Ospedaletti si trova a festeggiare, che dal '64 è un punto di riferimento per lo sport del territorio.

In occasione dell'anniversario nel circolo è stata organizzata una giornata commemorativa, iniziata con lezioni di prova gratuite e un torneo giovanile, ma l'evento clou è stata la cerimonia di premiazione con cui tennis club e l'amministrazione hanno voluto celebrare gli storici fondatori dell'impianto sportivo con la consegna di attestati a loro o ai loro eredi, per ringraziarli del grande sforzo fatto all'epoca che ancora oggi ha un peso importante nella vita degli ospedalettesi; in contemporanea un rinfresco aperto a tutti.

"Parliamo di un impianto meraviglioso che tutti ci invidiano - ha detto il sindaco Daniele Cimiotti - non è facile che un impianto nato 60 anni fa sia ancora operativo, e nel tempo è costantemente migliorato, grazie al lavoro dei presidenti e delle amministrazioni che si sono succedute, sempre aggiungendo qualcosa di nuovo".

L'idea del campo nacque nel 1961, quando un gruppo di ospedalettesi, spinti dal boom economico-turistico e le richieste dei turisti di un impianto sportivo, decisero di organizzarsi fondando nel 62' il Cito (Circolo iniziative turistiche Ospedaletti) grazie al quale i lavori iniziarono l'anno successivo per arrivare a conclusione nel '64. Tra i promotori, l'unico ancora in vita è Renzo Cimiotti Tedeschi, zio del sindaco, che è stato uno degli ospiti più attesi: "Sono commosso a vedere l'impianto ancora attivo, permettendo a chiunque di poter giocare liberamente. Perché lo sport è di tutti".

Elia Folco

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