Cronaca - 09 agosto 2024, 11:06

Accusati di aver raggirato l'ex direttore Carige di Sanremo, assolti definitamente l'amico e la compagna

Scritta la parola 'fine' sulla vicenda che vedeva accusati, Gian Luigi Ranise e Amalia Rossi, di circonvenzione di incapace ai danni di Giacomo Anfossi, multimilionario matuziano. Entrambi erano difesi dal legale Bruno di Giovanni

Accusati di aver raggirato l'ex direttore Carige di Sanremo, assolti definitamente l'amico e la compagna

Scritta la parola 'fine' sulla vicenda che vedeva imputati Gian Luigi Ranise, 81 anni, e Amalia Rossi, 86 anni i difesi dall’avvocato Bruno Di Giovanni sotto processo con l’accusa di circonvenzione di incapace ai danni dell’ex direttore di banca Carige di Sanremo, Giacomo Anfossi.

Stabilito che "il fatto non sussiste" così come aveva deciso il giudice monocratico Eleonora Billeri, all'esito del processo di primo grado.

Ranise era un ex collega di Anfossi mentre la Rossi, compagna dell’anziano e facoltoso Anfossi di Sanremo. I due ultrasettantenni, nel 2017, per Procura e Guardia di Finanza, erano accusati di aver raggirato l'anziano per impossessarsi del suo ingente patrimonio, che ammonta ad oltre 6 milioni di euro. Inizialmente lo avrebbero isolato da parenti, amici e conoscenti, tanto da impedirne le visite, appendendo alla porta di ingresso un cartello con cui vietavano colloqui non preannunciati. Avrebbero "filtrato" anche le telefonate di tutti e si rifiutavano di aprire la porta di casa anche agli inquirenti.

Per le fiamme gialle, avrebbero tentato con vari mezzi, di spartirsi il denaro facendo firmare alla vittima diversi assegni poi rigettati dalla banca. Il matrimonio con la Rossi infine, sarebbe stato bloccato dalla Procura. Finite sotto sequestro anche le polizze dell'anziano. 

All'esito del processo di primo grado è stato stabilito che invece, Anfossi era, in realtà, capace di intendere e di volere e che era sua volontà lasciare erede, alla sua morte, la compagna, convivente da 15 anni, e l'amico Ranise Gian Luigi, e che la sua è stata una libera scelta, senza alcuna pressione e induzione- abuso da parte loro.

"Il buon fine della vicenda giudiziaria li ripaga solo in parte delle sofferenze patite in questi anni, dice l'avvocato Bruno Di Giovanni, con buona pace del principio della presunzione di innocenza, del tutto disapplicato nei loro confronti".

Cordiali saluti.

Angela Panzera

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