"Ieri, a Ventimiglia è successo l'ennesimo episodio di violenza ai danni di un gruppo di giovani donne migranti. E' solo la punta di un iceberg di una situazione inaccettabile e complessa che vede coinvolti diversi soggetti. E' giusto preoccuparsi dell'assistenza ai migranti. Invitiamo l'amministrazione a farsene carico ma questo non basta, occorre tutelare anche il diritto agli affetti, che è un bisogno umano primario" - dice il presidente di Scuola di pace di Ventimiglia Mauro Lazzaretti commentando l'episodio che si è verificato ieri all’autoporto dove un uomo ha preso a cinghiate i migranti per farli scendere dal proprio tir.
"Occorre rendere più sicuro il cammino dei soggetti più deboli, considerato che le donne, accompagnate dai loro figli, tendono a raggiungere la famiglia che è in Europa. Scuola di pace chiede che venga rivista la legge sul ricongiungimento familiare" - sottolinea - "Rimangono tuttavia senza risposte altre domande. Chi ha fatto entrare le donne nel camion? Invitiamo le forze dell'ordine ad identificare non solo il camionista ma anche i passeur che generano una situazione di illegalità".
"Colpisce, infine, la sproporzione della reazione del camionista di fronte alla violazione di un diritto di proprietà e alle possibili conseguenze ma non è giustificabile" - mette in risalto - "Questo fatto denota un crescente clima di violenza nella società, alimentata da una cultura di odio e disprezzo, che occorre fermare. Ognuno deve fare la sua parte. Noi riteniamo che l'affermazione degli affetti familiari sia preminente sugli aspetti burocratici".