Attualità - 27 giugno 2024, 14:25

Una tartaruga marina ha deposto delle uova ad Arma di Taggia, è il primo caso nella Riviera di Ponente (Foto)

"Una grandissima emozione, adesso per noi inizia un periodo di dolce attesa", ha affermato il sindaco Mario Conio

Una tartaruga marina ha deposto delle uova ad Arma di Taggia, è il primo caso nella Riviera di Ponente (Foto)

Una bella sorpresa. Una tartaruga marina ha deposto delle uova alla spiaggia 'Piccolo Lido' di Arma di Taggia. Si tratta della prima volta in assoluto nella Riviera di Ponente, mentre è il quarto episodio in Liguria (solamente pochi giorni fa si è verificato un caso simile a Laigueglia, ndr). 

Come raccontato dai vari esperti presenti, la tartaruga ha scavato una buca in mezzo ai lettini di uno stabilimento balneare e ha deposto delle uova. Sul posto sono intervenuti i biologici di Arpal, il sindaco Mario Conio, gli operatori comunali e Delfini del Ponente, associazione di volontariato. "Siamo molto emozionati - afferma il primo cittadino - Questo è senza dubbio un bel segnale per il nostro mare. La soddisfazione per questo avvenimento è tanta. Per tutta la nostra comunità inizia adesso un periodo di dolce attesa". 

 

Sì, perché la schiusa delle uova avverrà tra due mesi e l'emozione, nella voce di Mario Conio e negli occhi dei cittadini taggiaschi, è tangibile. "Dobbiamo ringraziare una turista che, dopo aver notato delle impronte sulla sabbia che portavano verso ad un lettino di uno stabilimento, ha subito contattato gli uffici preposti - prosegue Conio - Subito dopo ci siamo attivati e abbiamo chiamato Arpal e un'associazione di volontariato". 

E adesso? Innanzitutto l'area è stata limitata. Il Comune procederà alla pubblicazione di un'ordinanza per salvaguardare la zona. 

È la seconda nidificazione registrata in Liguria nel 2024 dopo quella di Laigueglia dello scorso 20 giugno e la quarta con i nidi di Finale Ligure nel 2021 e Levanto nel 2022.

Il Gruppo Ligure Tartarughe Marine (GLIT) e gli esperti del GLIT, di cui fanno parte Arpal, Acquario di Genova, coordinatore del gruppo, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Università di Genova, insieme all’associazione Delfini del Ponente, già attiva in zona sul tema in accordo con GLIT, si sono recati sul posto ed hanno verificato l’effettiva presenza del nido.

È stato posizionato un data logger per la registrazione della temperatura e i biologi Arpal hanno prelevato un campione di sedimento. Il GLIT coordinerà le attività tecnico-scientifiche da svolgere sul territorio coinvolgendo il Comune, i gestori dei bagni e Delfini del Ponente. Dal 40° al 45° giorno verrà effettuato il presidio pre-schiusa con sopralluoghi, preparazione del corridoio fino alla battigia e gestione delle luci. Nella fase di emersione - solitamente nelle ore notturne-, i volontari autorizzati sorveglieranno il percorso, misurando e contando le tartarughe. Il GLIT definisce la data di apertura del nido e coordina il prelievo dei dati utili a scopo tecnico-scientifico.

Come comportarsi in caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido?

In caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido, ecco la procedura individuata dagli esperti per un’ottimale gestione dell’evento. Chiamare il “Numero Blu” 1530 della Guardia Costiera (chiamata gratuita disponibile h24) per segnalare la scoperta di un nido o il ritrovamento degli esemplari. Fotografare o riprendere il sito, le tracce e, se c’è, la tartaruga, senza flash e mai frontalmente, in silenzio per non spaventarla ed interrompere la nidificazione. Non toccare per alcun motivo, né la tartaruga adulta, né i piccoli. Avvisare il proprietario o concessionario dell’area. Individuare il perimetro dello scavo, delimitandolo provvisoriamente, senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova. Spostare lettini e ombrelloni prima dell’arrivo dei turisti e transennare con un perimetro di sicurezza di almeno 3 metri. Non pulire la zona con alcun mezzo, per non cancellare le tracce.

Andrea Musacchio

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