Era il primo punto all’ordine del giorno (il più importante) ed è stato approvato. Questa mattina, nella sede di Valle Armea a Sanremo, l’assemblea dei soci di Rivieracqua ha approvato le modifiche allo statuto (oltre all’aumento di capitale) per consentire l’ingresso del socio privato al 48%, all’interno dell’azienda.
Nonostante i molti tentativi e i progetti per evitare che il privato entrasse nella società a capitale pubblico che gestisce il servizio di manutenzione e distribuzione dell’acqua in provincia di Imperia, questa mattina è stato sancito l’atto finale che, dal 1° luglio consentirà alla società di diramare il bando necessario all’ingresso del partner privato.
Lunedì scorso il tribunale aveva confermato l’omologa dell’accordo per ripianare il debito (oggi arrivato a 95 milioni di euro) dell’azienda. Questa mattina, all’assemblea, erano presenti alcuni sindaci dei comuni della nostra provincia e le altre aziende socie di Rivieracqua.
La sentenza dei giudici imperiesi, unitamente alle decisioni odierne dell’assemblea straordinaria dei soci, sono accolte entrambe con grande soddisfazione dal commissario dell’Ato idrico: "Sono tappe importanti di un percorso che abbiamo intrapreso per salvare la società e per giungere ad una corretta ed equilibrata gestione del servizio idrico integrato – dice Claudio Scajola - ora possiamo così avviare la fase conclusiva di un procedimento che vuole restituire alla collettività un servizio efficiente".
Nelle ultime settimane si sono registrati importanti ‘colpi di coda’ della politica che non accetta l’ingresso del privato in Rivieracqua. Soprattutto nel corso della campagna elettorale di Sanremo, ma l’annuncio dell’assemblea di oggi aveva smontato i piani di molti esponenti in lizza per la poltrona di sindaco.
Assemblea odierna obbligata per l’imminenza del via alla gara per far entrare il socio privato, che deve partire il 1° luglio. Secondo i ben informati non si poteva fare altro e, anche alla parte sindacale che si era opposta all’ingresso del privato, era stata evidenziata questa unica strada per salvare l’azienda, che era destinata al fallimento.