Sanremo non abbandona la strada del civismo, come voleva (pretendeva?) il centrodestra dei partiti invocando il cambiamento: anzi, la rafforza con la vittoria al ballottaggio di Alessandro Mager, uomo nuovo dei moderati sganciati dalle logiche delle segreterie.
L’avvocato penalista che raccoglie il testimone dall’imprenditore floricolo Alberto Biancheri, ostinatamente civico fino alla fine, diventato il sindaco più longevo nella storia della città (10 anni ininterrotti). Se l’ingegnere Gianni Rolando, l’antagonista, ha perso per la seconda volta a distanza di vent’anni (nel 2004 rappresentava il Pdl) e sempre per mano di un candidato pescato dalla cosiddetta società civile, allora Claudio Borea, molto dipende anche dalla mossa compiuta da Mager (e dalla sua coalizione) di cercare all’esterno il ‘quid’ per colmare il distacco subito al primo turno.
Un appoggio sulle convergenze programmatiche quello garantito al secondo turno da Fulvio Fellegara, il sindacalista Cgil capace di riaggregare il fronte progressista sanremese, pescando dal serbatoio di voti della sua Generazione Sanremo e del Pd (mentre si è sfilata la lista Progetto Comune).
E con l’affluenza alle urne crollata al 43,23% (in media meno di un elettore su due), la differenza l’ha fatta una ‘manciata’ di consensi: 460 su 19.918 espressi in totale (alto il numero delle schede nulle: 348). Mager ha costruito il successo nel vasto agglomerato di sezioni della scuola ‘Pascoli’ (una dozzina delle 56 dislocate sul territorio), concedendo all’avversario una sola affermazione parziale, con l’aggiunta di Bussana (feudo di Alessandro Sindoni, socio di studio e campione di preferenze alla testa di Anima, la lista più votata in assoluto), del ‘Colombo’ e di via Volta; Rolando ha prevalso soprattutto al Borgo, alla Foce, a Coldirodi ed a San Giacomo; alternanza nei due seggi a Poggio, l’altra frazione importante. A conti fatti, 9.977 voti per il vincitore (51,18%), 9.517 per lo sconfitto (48,82%).
Il trionfo di Mager va letto anche come una sorta di rivincita per il suo (primo) mentore, quel Sergio Tommasini che cinque anni fa aveva sfidato Biancheri, proprio alla testa del centrodestra, perdendo seccamente già al primo turno. Dopo aver lanciato il progetto ‘Anima’ e stretto un patto di coalizione con lo stesso Biancheri (Sanremo al Centro), convertendosi così al civismo, ha puntato le sue fiches su Mager e ora può finalmente sorridere, assieme agli altri protagonisti dello schieramento (Idea Sanremo e Forum Sanremo).
Sul fronte opposto, Rolando non nasconde la delusione spingendosi a dichiarare di voler rinunciare allo scranno in Consiglio comunale, dalla parte dell’opposizione; l’ex sindaco Maurizio Zoccarato, suo sostenitore (Andiamo!), giustifica il risultato con l’endorsement di Fellegara a favore di Mager ed esorta a ripartire su queste basi per i futuri orizzonti elettorali; il senatore Gianni Berrino (FdI) rincara la dose parlando di trasformismo maturato tra primo e secondo turno, sottolineando che in una città con oltre 50mila abitanti ha deciso un’esigua differenza di voti. Di certo, per il centrodestra si apre una nuova fase di analisi e riflessioni, dopo la terza sconfitta di fila, dal 2014 ad oggi, nella Sanremo storicamente a vocazione moderata, un tempo feudo strasicuro della Dc.
Ora inizia l’era-Mager, dopo quella di Biancheri, il quale ha diviso 2/3 del suo lungo percorso con il Pd accanto alle liste civiche, prima della diaspora. E il caso vuole che il Pd rientri nuovamente in gioco, in qualche modo, spinto dall’onda-Fellegara. Il nuovo sindaco, sostenuto dalle sue quattro liste, deve già pensare alla squadra di governo e pure a quelle di sottogoverno, dal Casinò ad Amaie Energia. Dopo la gioia, i brindisi e gli abbracci è subito tempo di riunioni e trattative. Fellegara fa sapere di non chiedere nulla, al di là del rispetto degli impegni programmatici, ma c’è chi lo immagina possibile assessore e magari pure vicesindaco. Lo scopriremo solo vivendo, citando Lucio Battisti.