“Lavoro, industria, agricoltura e turismo: così l’Italia può recuperare il proprio valore aggiunto in ottica europea e la Liguria può fare la sua parte da protagonista, ma vanno assolutamente migliorate le infrastrutture”. Marco Reguzzoni, imprenditore originario di Busto Arsizio, già esponente della Lega Lombarda, presidente della Provincia di Varese dal 2002 al 2008 e capogruppo dei deputati della Lega Nord alla Camera dal 2010 al 2012, torna in politica a più di dieci anni di distanza e lo fa attraverso la candidatura alle prossime Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno. Reguzzoni, classe 1971, lombardo ma con un forte legame con la Liguria, è nelle liste di Forza Italia nella Circoscrizione Nord Ovest, a sostegno del Partito Popolare Europeo.
Il primo tema, parlando di Liguria, è la situazione infrastrutturale. È l’aspetto di principale criticità, rilevato soprattutto da chi arriva da fuori. Lei che ne pensa?“La situazione infrastrutturale della Liguria è inaccettabile. La regione è strozzata da una rete autostradale che non funziona, con molti viadotti chiusi e parecchi scambi di carreggiata. È pericoloso e lungo arrivare in Liguria e questo disincentiva uno dei settori trainanti della regione, che è il turismo”.
Che cosa può fare l’Europa?
“All’interno del Partito Popolare Europeo, lo schieramento di cui faccio parte, il primo punto del programma è quello di recuperare il valore aggiunto delle nazioni. Il valore aggiunto è dato dal lavoro, dall’industria, dall’agricoltura e dal turismo. Riportare il lavoro in Europa è il nostro obiettivo. La Liguria in questo senso ha enormi potenzialità, ma purtroppo frustrate da un sistema infrastrutturale carente. Questo per quanto riguarda i trasporti su gomma. Quanto ai trasporti su rotaia, speriamo che il Terzo Valico vada avanti velocemente, dopo il completamento dei primi otto chilometri”.
Poi c’è il tema dell’aeroporto, un settore di cui lei ha profonda conoscenza.
“L’aeroporto di Genova deve essere assolutamente valorizzato. Attualmente è al numero 23 nella classifica degli aeroporti italiani, quindi a un livello troppo basso. Invece ha opportunità e prospettive di crescita. Se verrò eletto, lavorerò per la crescita aeroportuale di tutto il Nord, che sconta una presenza troppo cannibalizzante da parte dell’aeroporto di Roma Fiumicino, che per giunta è pure privato. Ci sono spazi per migliorare. Le potenzialità sono tutte al Nord ed è giusto che gli investimenti si facciano qui. Sono contento che il Comune di Genova si sia appropriato di una quota dell’aeroporto cittadino, perché è giusto che nelle governance degli scali ci sia una componente rappresentata dagli enti pubblici, che possono indicare strategie e obiettivi al di là del solo profitto”.
Come può rinascere l’aeroporto di Genova?
“Il direttore generale Francesco D’Amico saprà fare certamente un ottimo lavoro. Vanno intanto aumentate le destinazioni, affinché le persone da fuori possano arrivare in Liguria. Io mi impegnerò per questo in Europa, anche perché, come dicono le principali statistiche, ogni milione di passeggeri vengono creati mille posti di lavoro qualificati. Quindi è interesse di tutti che aumentino i passeggeri: per il lavoro, per il turismo e per le infrastrutture, come dicevamo all’inizio”.
Perché ha scelto il PPE?
“Perché senza Europa non si fa niente, né come finanziamenti né come coordinamento degli interventi. Il PPE va scelto dagli elettori perché è il partito di governo dell’Europa. Ai liguri dico: scegliete un candidato all’interno del PPE, e quindi di Forza Italia, perché non possiamo più stare ai margini. Abbiamo passato cinque anni senza contare nulla, alle opposizioni, perché sono stati votati candidati di Lega e Movimento 5 Stelle. L’Europa si cambia e si fa crescere se si sta in maggioranza. La Liguria ha bisogno di qualcuno che faccia i suoi interessi dentro la maggioranza”.
A proposito di turismo, il Consiglio di Stato ha recentemente negato le proroghe delle concessioni balneari. Lei che idea si è fatto?
“Sono quindici anni che questa storia è in ballo e prima o poi la Bolkestein andrà applicata. Ma andare avanti in questo modo non conviene a nessuno. Sarebbe più utile riconoscere un diritto di uscita a chi possiede una concessione, bisogna trovare soluzioni condivise perché il muro contro muro non fa il bene di nessuno. I comuni devono essere al centro di questo percorso e devono gestire le varie situazioni, non si possono fare strappi. Penso che si debba evitare quello che è successo con le autostrade: cioè che poi arrivi un solo gestore a prendersi quasi tutte le concessioni e a stabilire una egemonia sui prezzi e sulle condizioni”.
Perché votare alle Elezioni Europee? Sono le votazioni tradizionalmente meno sentite.
“È vero, ma bisogna considerare che gran parte delle decisioni che riguardano la nostra vita ormai vengono prese in Europa. Quindi parliamo di elezioni al contrario molto importanti. Anzitutto, l’Europa legifera in materia di politica commerciale, e poi in materia di tutela delle specificità alimentari e dei prodotti tipici. Non possiamo difendere da soli il nostro made in Italy, senza che ci arrivi l’aiuto concreto dall’Europa a livello di normative. E poi, c’è la politica monetaria. Occorre abbassare i tassi d’interesse per tornare a spingere la produzione e il lavoro, altrimenti paesi fortemente indebitati come il nostro non riusciranno mai a venire fuori”.