“La Liguria non può rimanere bloccata e ostaggio della vicenda personale del suo governatore”. Lo ha affermato il senatore e responsabile economico della segreteria del PD Antonio Misiani a margine dell’incontro con sindacati e associazioni di categoria Cgil, Cisl, Uil, Confesercenti, Confartigianato, Confcooperative e Legacoop per una discussione aperta sul mondo del lavoro. Alla mattinata hanno partecipati i parlamentari liguri, l'europarlamentare Brando Benifei, i consiglieri regionali e comunali di Genova, il capogruppo del PD Liguria Luca Garibaldi, il segretario del PD Liguria Davide Natale, il segretario metropolitano del PD Genova Simone D'angelo.
Il terremoto politico che ha colpito la Liguria non riesce in alcun modo a non diventare oggetto di discussione in ogni ambito politico: “Gli incontri che abbiamo avuto oggi fanno seguito ad altri che abbiamo avuto in passato con le forze economiche e sociali, ma il quadro è cambiato completamente. In Liguria ci sono migliaia di progetti e miliardi di euro di investimenti, che hanno valenza nazionale.
Quello che sta succedendo ha portata nazionale e dagli incontri emerge una preoccupazione condivisa: che ci sia la paralisi nella realizzazione di questi progetti” prosegue a spiegare Misiani. “Dall’inchiesta emerge un quadro assolutamente inquietante di rapporti distorti tra la giunta, il presidente di questa regione e una parte del sistema economico. Il rischio è di un blocco vero e proprio dei progetti, ed è per questo che da tempo insistiamo per le dimissioni del presidente Toti, perché separi la sua vicenda giudiziaria personale, e il suo diritto di difendersi per quando riguarda i procedimenti giudiziari di cui è oggetto, dall’istituzione che ha guidato fino a oggi e che non può rimanere bloccata e ostaggio della sua vicenda personale. Non possiamo permetterci una regione a mezzo servizio, non possono permetterselo i cittadini e le cittadine liguri e nemmeno l’Italia, che in questa regione e dai progetti in via di realizzazione vedono dipendere un pezzo importante del proprio futuro”.
Secondo il senatore, quanto accaduto “ha svuotato il ruolo del consiglio regionale da qualsiasi funzione di programmazione, per andare verso rapporti diretti con singole realtà imprenditoriali”.
Proprio in queste ore è in corso la cerimonia per la posa del primo cassone della nuova diga foranea, balzata anch’essa al centro dell’inchiesta: “Il sistema portuale di Genova fa il 33% del traffico nazionale, è la principale realtà del paese non un porto secondario - prosegue Misiani - Registriamo peraltro che il ministro Salvini ha mandato gli ispettori, quindi anche il ministero riconosce, di fatto, che c’è una situazione che va verificata fino in fondo, e noi riteniamo che sia necessario dare un cambio per quanto riguarda la gestione dell’autorità”
Dello stesso avviso, ma con toni meno diplomatici, è Andrea Orlando, deputato del PD: “Credo che quella di oggi sia, più che una cerimonia, un esorcismo. È del tutto evidente che ci troviamo di fronte a un messaggio che è svuotato di tutto il suo contenuto. Il perché lo dice l’atto che lo ha preceduto nei giorni scorsi, cioè l’invio degli ispettori presso l’Autorità Portuale. È il governo stesso a riconoscere che qualcosa non è andato dritto, anzi, che qualcosa è andato storto, ma non ne trae le conseguenze e fa finta non sia successo niente: questo modo di rimuovere i problemi rischia di farli crescere.
Noi non siamo contro le opere, siamo contro le opere fatte male e contro le regole, perché prima o poi si fermano. Qui è avvenuto prima piuttosto che poi”. E ancora, a chi ha chiesto se non teme la narrazione di considerare il centro sinistra, e il PD in particolare, contro le grandi opere: “Il centro sinistra ha portato le risorse per fare le opere, il centro destra ha bloccato le opere perché si sono fatti arrestare”.
“Il senso degli incontri che abbiamo avuto oggi è proprio per ribadire il contrario - conferma Misiani -. Il PD è per portare avanti i progetti: siamo noi che abbiamo conquistato in Europa quando eravamo al governo i duecento miliardi del PNRR, una quota rilevantissima dei quali deve essere investita su questo territorio rispettando le procedure, le norme del paese in materia di appalti”.
Da Ponente interviene il segretario provinciale del Pd di Imperia, Cristian Quesada, anche a commento delle dichiarazioni arrivate in mattinata dal mondo del centrodestra nazionale e regionale: “Fossi in Piana e Scajola sarei più cauto nel fare certe dichiarazioni. Sulla memoria difensiva di Toti ci sono già state delle smentite da parte di diretti interessati, quindi attenderei prima di prendere tali dichiarazioni come il Vangelo. Sarà la magistratura a decidere se Toti dovrà dimettersi perché colpevole. Il giudizio sul fallimento della giunta Toti è sotto gli occhi di tutti da ben prima del 7 maggio, state condannando questa regione a un periodo difficile solo per egoismo personale. Se avete lavorato così bene come dite gli elettori saranno i primi a riconoscervelo, il voto non dovrebbe farvi paura. La verità è che da anni i liguri non si possono curare a causa della vostra incapacità e l'ultima cosa che volete fare è misurarvi con il consenso”.