Sanità - 02 maggio 2024, 13:26

Associazioni antiabortiste nei consultori, il consiglio regionale boccia il “no” delle opposizioni. Gratarola: “La norma sarà valutata da Alisa”

Vibrante il dibattito in consiglio, netta la spaccatura tra maggioranza e opposizione. Astenuta Mabel Riolfo (Gruppo Misto)

Associazioni antiabortiste nei consultori, il consiglio regionale boccia il “no” delle opposizioni. Gratarola: “La norma sarà valutata da Alisa”

Nel 2024, a 46 anni dall’entrata in vigore della legge per l’interruzione volontaria della gravidanza, l’Italia torna a dividersi sul diritto all’aborto alla luce del disegno di legge proposto dal governo Meloni che consentirebbe alle Regioni di attingere dai fondi PNRR per portare all’interno dei consultori associazioni pro-life e antiabortiste.

Il tema è arrivato all’attenzione del consiglio regionale con l’ordine del giorno presentato dalle opposizioni per chiedere alla giunta di “esprimere il proprio dissenso nelle sedi competenti rispetto alla norma inserita in sede di conversione del decreto legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” e di “non esercitare la facoltà prevista per quanto riguarda i Servizi Consultoriali”. Si tratta, di fatto, della norma che precede che “le Regioni possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

L’introduzione per legge di soggetti terzi rispetto alle professionalità consultoriali, espressamente di ‘sostegno alla maternità’ ovvero pro-life e antiabortisti, configura sia nella sostanza che nel metodo una forzatura, senza confronto, dell'equilibrio stabilito dalla normativa vigente in merito al sistema regolatorio dei servizi sociosanitari riguardanti le scelte procreative e il diritto di aborto - si legge nel testo presentato dalle minoranze - si tratta di una forzatura che nei fatti si pone l’obiettivo di prevaricare la soggettività femminile quando si tratta di interrompere una gravidanza, attraverso la interposizione di ostacoli al percorso di chi prende in considerazione l’aborto”.
Nel concreto le opposizioni hanno chiesto all’amministrazione regionale di respingere al mittente la proposta del Governo, così come altri governi regionali hanno fatto negli ultimi mesi, in attesa che la norma venga definitivamente approvata e pubblicata.

La norma inserita in sede di conversione del D.D.L. non risulta oggi essere pubblicata essendo stata discussa il 23 aprile - ha risposto l’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola - si precisa che la legge del 1978 prevede che i consultori possano avvalersi della collaborazione volontaria di associazioni che possano aiutare la maternità difficile dopo la nascita. Il D.D.L., affermando che le Regioni organizzano e possono avvalersi anche di soggetti del terzo settore, così come proposto parrebbe una ripetizione di ciò che è già esistente. La legge discussa il 23 aprile sarà oggetto di specifica valutazione di Alisa per eventuali azioni conseguenti”. L’assessore ha quindi invitato le opposizioni a ritirare l’ordine del giorno, proposta che è stata subiti rispedita al mittente da parte dai firmatari dell’ordine del giorno.
Ne è seguito un vibrante dibattito che ha messo in luce la netta spaccatura tra maggioranza e opposizione in merito al tema e al fulcro dell’ordine del giorno in discussione. Al momento della votazione la maggioranza ha respinto il documento, fatta eccezione per Mabel Riolfo (Gruppo Misto) che ha optato per l’astensione.

Pietro Zampedroni

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