In un clima di forte tensione tra maggioranza e opposizione, anche alla luce del sempre aperto dibattito sull’ingresso del privato in Rivieracqua, il consiglio comunale di Sanremo ha approvato in tarda serata il nuovo statuto e i patti parasociali, atto propedeutico al successivo via alla gara che consentirà di individuare il socio che entrerà a far parte della compagine entro il 31 ottobre. La gara, così come annunciato in quarta commissione, prenderà il via il 1° luglio e avrà la durata di 90 giorni.
La discussione in assise si è aperta con la pregiudiziale presentata dal consigliere di opposizione Andrea Artioli in merito alle tempistiche di presentazione della pratica. Di fatto, Artioli chiedeva lo slittamento della votazione al post elezioni, dando così l’ultima parola all’amministrazione che si insedierà a giugno. “L’Ato idrico scarica su questo consiglio comunale una responsabilità politica” ha tuonato Artioli appellandosi anche al cosiddetto ‘periodo bianco’ pre elettorale. La pregiudiziale è stata poi bocciata dal consiglio.
“C’è stata una conferenza dei sindaci dove all’unanimità i sindaci si sono presi l’impegno di portare le delibere in consiglio entro fine aprile o inizio maggio - ha detto il sindaco Alberto Biancheri nell’esporre la pratica - oggi non stiamo votando se l’acqua sarà pubblica o privata, stiamo votando lo statuto di una società. Per me non è una pagina che scrivo con orgoglio, ma è un passaggio dovuto per evitare un danno maggiore”.
Lo statuto prevede l’ingresso del socio privato al 48%, mentre il restante 52% sarà pubblico e suddiviso in 22% per il Comune di Sanremo, il 28% per il Comune di Imperia e l’1-1,5% per i piccoli Comuni
Il Cda vedrà un componente per Imperia, uno per Sanremo e poi l’assemblea dei sindaci deciderà il terzo componente in rappresentanza dei piccoli Comuni e il presidente. Gli altri due componenti saranno espressione del socio privato, uno dei due sarà anche amministratore delegato.
Al termine della discussione la pratica è stata approvata con i voti favorevoli da parte della maggioranza. I tre consiglieri di opposizione rimasti in aula (Andrea Artioli, Ethel Moreno e Roberto Rizzo) hanno lasciato l'aula e non hanno partecipato al voto così come Mario Robaldo.