CPR, ovvero all’anagrafe della retorica populista “Centri di permanenza per i rimpatri “. Senza maschera né trucco da soluzione umanitaria i CPR sono strutture di detenzione, di privazione dei più elementari diritti umani, a partire dalla libertà di scegliere un futuro che non sia di sofferenza o peggio ancora di morte.
Diventano "ospiti dei CPR" gli stranieri arrivati irregolarmente in Italia a cui, senza colpa o reato alcuno, viene negato l'asilo politico attraverso strumentali e restrittive interpretazioni del diritto, soprattutto dopo il vergognoso Patto Europeo su migranti e asilo del 10 aprile scorso. Essere irregolare significa aver avuto la sfortuna di essere nato in un paese in guerra, o martoriato da siccità, carestie, feroci faide di clan, ed aver avuto il coraggio di abbandonare cari e famiglia imbarcandosi in un pericoloso viaggio di speranza.
Gli irregolari detenuti nei CPR sono giovani che sono sopravvissuti all’inferno dell'attraversamento del deserto, alle atroci torture dei centri di detenzione libici, ed infine allo spietato cinismo dei trafficanti e degli scafisti.
Come internazionalisti, ma ancor più come appartenenti al genere umano, condanniamo la disumana politica anti-immigrati portata avanti dagli ultimi governi, siano essi populisti di destra o peggio che mai umanisti democratici di centro-sinistra, che con gli accordi Minniti hanno di fatto avallato i Lager di detenzione (e tortura) libici. Rivendichiamo il diritto inalienabile di ogni cittadino del mondo intero di scegliere liberamente il proprio futuro, a maggior ragione quando la sua stessa sopravvivenza è in pericolo.
Il problema dell’immigrazione è un grande problema, e non servono i proclami demagogici che con la disumanizzazione e la criminalizzazione dello straniero avallano soluzioni di forza. Le politiche di ostracismo ai salvataggi in mari dell’ONG hanno prodotto migliaia di morti annegati, quando disponibili erano i mezzi per salvarli. Ma questo non ha fermato né attenuato il flusso migratorio.
L’occidente capitalista è il principale responsabile delle cause prime che provocano le partenze dal continente africano. Responsabile direttamente, con le multinazionali che si appropriano delle sue risorse naturali, con il finanziamento delle guerre intestine e l'esportazione di armi, ma anche indirettamente, quale principale responsabile del cambiamento climatico e le conseguenti crisi ambientali ed alimentari.
Il problema migratorio è un problema di economia mondiale e come tale va affrontato, rigettando un sistema di capitale che sulla disuguaglianza sociale fonda la propria capacità produttiva.
Risolvere il problema è cancellare le contraddizioni! E le contraddizioni sono nel nostro modello di sviluppo. Ripartiamo da una nuova idea di sviluppo, veramente sostenibile. Non la Green Economy, nuova frontiera del capitale che si veste di “eco” ma non intacca le disuguaglianze sociali, ma una Human’s Economy che metta a fondamento dell’economia i diritti fondamentali dell’uomo, non ultimo quello di scegliere il proprio futuro.
Nessun CPR a Diano Marina, nessun CPR in Liguria, nessun CPR sul suolo italiano. Non ci uniamo al coro di chi dice “qui non va bene”, nessun luogo sul nostro pianeta dovrebbe tollerare luoghi di detenzione forzata dove si entra per la sola colpa di essere un sopravvissuto.
Contro ogni CPR, contro ogni politica Anti-immigranti, per l’accoglienza e la solidarietà
Per esprimere la nostra opinione, contraria non al CPR di Diano ma a tutti i CPR sul territorio nazionale, saremo in presenza alla manifestazione di sabato.