Gustavo Ottolenghi, cittadino benemerito di Sanremo e noto partigiano, è stato ieri ospite della trasmissione ‘5 Minuti’ di Bruno Vespa, su Rai Uno.
Registrata nei giorni scorsi, la puntata è stata incentrata sui Partigiani e sul 25 aprile. Ottolenghi, che ieri era regolarmente presente alla Festa della Liberazione nella ‘sua’ Sanremo, ha raccontato la sua storia.
Aveva 11 anni Ottolenghi quando, nel 1944 con i suoi zoccoli di legno (portati in trasmissione), faceva la staffetta con alcuni ‘bigliettini’ che nascondeva all’interno. Viveva nel Monferrato insieme alla famiglia, quando ha cominciato a ‘lavorare’ per chi stava lottando per la Resistenza e la libertà, durante il regime e la guerra.
Oltre a questo Ottolenghi andava in cima alle torri del paese per osservare la strada che da Torino arrivava a Casale. Quando vedeva i tedeschi arrivare per le ‘retate’, Gustavo scendeva di corsa e dava l’allarme. A Bruno Vespa ha anche raccontato come si è salvato, insieme alla famiglia, dalla deportazione come accaduto a tanti italiani di origine ebraica.
E’ stato il padre di Gustavo a decidere di inviare la moglie e il figlio in due distinte brigate partigiane, chiedendo ad entrambi di vedersi a Torino, in un punto ben preciso, sotto un monumento. Senza notizie dei suoi genitori, a 12 anni, Ottolenghi ha raccontato di averli incontrati solo dopo tre giorni dalla fine dalla guerra.
Non senza un pizzico di commozione ha detto: “E’ andata bene ed ha avuto ragione lui. In quel modo ci siamo salvati tutti. E’ stato un momento però difficile perché, se non avessi trovato i miei genitori, sarei stato solo a 12 anni, nella grande città. Un pizzico di libertà l’abbiamo fornita anche noi”.