Che legame c’è tra Badalucco, uno dei primi casi di emancipazione femminile di tutto l’Occidente, una gloriosa pagina del Risorgimento e il romanzo storico? E’ un mistero. Intrigante e solo apparentemente di facile soluzione. Su cui sta cercando di indagare il Sindaco Matteo Orengo.
La chiave di tutto è nelle mani di una delle più brillanti e prolifiche scrittrici italiane contemporanee, specializzata nel romanzo storico. Come Manzoni. Pluripremiata. Vincitrice perfino di un premio Strega. Che però finora si è negata. Ma carta canta. E’ lei l’autrice di tutto. Solo lei può dipanare la matassa e dare lustro a Badalucco, attraverso la storia di un’insigne italiana.
Andiamo con ordine per raccontare i contorni di un giallo, antropologico e letterario, appassionante, che sicuramente avrà un seguito. “Tutto è iniziato quando un mio concittadino di cui per il momento preferisco non fare il nome – dice Matteo Orengo – una mattina entra trafelato nel mio ufficio e riesce a distrarmi dai problemi amministrativi e lavori pubblici. Ha con sé un libro, appena uscito. Lo apre a pagina 125 e mi fa leggere un breve periodo. Non credevo ai miei occhi”.
Il volume è il caso letterario del 2019. Uscito il 26 novembre. Titolo “L’architettrice” Editore Einaudi, nella collana i Super coralli. Ne è autrice Melania Gaia Mazzucco, romana, nata il 6 ottobre del 1966. A 37 anni ha già vinto un premio Strega con il romanzo “Vita”.
Quando esce “L’Architettrice” l’Italia si sta godendo gli ultimi tempi di spensieratezza, vicina com’è alle feste natalizie. Nessuno immagina l’incubo della pandemia che esordisce a Roma con i primi due contagiati il 30 gennaio del 2020. Il libro entra nelle strenne natalizie. Va a ruba, in pochissimo tempo vende più di un milione di copie. E vince tre premi letterari molto importanti. La storia che narra, intervallata da pagine romanzate, fondate però su una lunga e minuziosa ricerca, fa riferimento alla vita di Plautilla Bricci, nata a Roma il 13 agosto 1616 e deceduta lì il 13 dicembre del 1705. Plautilla era la terzogenita del pittore drammaturgo e musicista romano Giovanni Briccio. Fu lui che avviò la figlia, insieme al fratello più piccolo Basilio, alla professione di disegnatrice, pittrice e architetta. Sì proprio architetta. Mestiere precluso alle donne per quell’epoca, tanto che il capo-cantiere della villa che Plautilla era stata incaricata di realizzare si rifiutava di eseguire i suoi ordini.
Il committente, l’influentissimo abate Elpidio Benedetti, protetto dal cardinale Mazzarino (che epoca!), però era avanti. Allora convocò il capo delle maestranze davanti ad un notaio e lo obbligò a firmare un atto in cui si impegnava ad eseguire alla lettera gli ordini e le disposizioni di Plautilla Bricci, definita nel documento legale: “Architettrice”. Appunto. La villa sotto la sua direzione venne realizzata e denominata Benedetta, poi, cambiando proprietario, diventò villa Giraud. Infine per la sua originalissima struttura venne denominata Villa del Vascello. Qui si combattè l’ultima resistenza della Repubblica Romana nel 1849. Proprio qui fu colpito, il primo giorno di combattimento, il giovanissimo Goffredo Mameli, che morì un mese dopo a causa delle ferite. I patrioti italiani nulla poterono fare di fronte ai cannoni delle truppe francesi che smantellarono, con le loro micidiali salve, gran parte dell’imponente corpo centrale della villa, che ora restaurata, solo in alcune parti, secondo i disegni particolari di Plautilla, è ancora sul Gianicolo. Il Risorgimento contava allora solo martiri. Gli eroi ed i vincitori vennero dieci anni dopo. Con Cavour.
E allora che c’entra Badalucco? C’entra. C’entra. Eccome! Andiamo a leggere finalmente pag. 124 e 125. Plautilla è in un lungo cammino con il nonno paterno, che fa il materazzaro. “Non sapevo dove mi stava portando e non osavo chiederglielo. Ho sempre avuto paura di lui. Mi facevano male i piedi, non ero abituata a camminare. Anche se lui aveva ottant’anni e io nemmeno quindici, arrancavo. Solo quando il nonno si fermò davanti ad un edificio basso su cui sventolava la bandiera con la croce rossa in campo bianco, capii che mi aveva condotto alla sede della Confraternita dei Genovesi. Sono sceso a Roma da Badalucco, un villaggio tra le montagne di Ventimiglia, mi disse il nonno, picchiando il bastone sull’uscio. Venni a tentare la ventura perché al villaggio sentii dire che la nostra nazione prosperava, da quando i genovesi facevano i banchieri del papa”.
C’è ancora un particolare nell’opera di Melania Mazzucco che richiama Badalucco e chiarisce ancora di più della citazione geografica. La scrittrice ha pubblicato in seguito 27 pagine di riferimenti storici, in una di queste si parla di una famiglia Brezzo. Ecco Brezzo è proprio un cognome ancora presente a Badalucco. Storpiato facilmente a Roma in Briccio o Bricci, secondo il vezzo o l’errore dei trascrittori di documenti anagrafici. Come talora accade, anche adesso.
“L’errore geografico di collocare Badalucco sulle alture di Ventimiglia – continua il sindaco Orengo - probabilmente discende dal fatto che all’epoca di Plautilla il nostro paese era sotto la podesteria di Ventimiglia. E’ chiaro che dobbiamo assolutamente indagare. Ci troviamo di fronte non solo ad un caso letterario, ma ad un passaggio fondamentale dell’evoluzione storica dell’Italia, quello dell’emancipazione femminile. Plautilla, “digerita come suo superiore” dal capocantiere, a suon di atti notarili, è l’esempio della caparbietà, della determinazione non solo di una donna, ma anche di un ambiente che tenta di aprirsi alla partecipazione del mondo femminile, quando il nostro Paese diventa il centro del bello a livello mondiale con l’esplosione del Rinascimento. Badalucco potrebbe essere stato la culla, il luogo delle origini, di Plautilla “Brezzo”, la prima architettrice della storia d’Italia. Per comprendere però gli esatti confini tra la realtà e la finzione letteraria abbiamo un solo passo da fare. Dobbiamo metterci a tutti i costi in contatto con Melania Mazzucco. La inviteremo qui a Badalucco, forse ci potrà aiutare a ritrovare i luoghi in cui il nonno di Plautilla, tra i nostri carrugi aveva giocato”.
Ma finora i tentativi di contattare Melania Gaia Mazzucco non hanno sortito alcun esito. E’ chiaro che questa storia per quel che riguarda il centro della Valle Argentina è solo all’inizio. Ci sarà un’altra puntata. Quella che nelle serie televisive oggi si chiama prequel.