È notizia di ieri del voto presso il Parlamento europeo del Regolamento sul ripristino della natura con parere favorevole delle sinistre e contrario di quasi tutto il gruppo Ppe e della totalità di quello Conservatore.
Tale Regolamento si colloca nel solco del confuso Farm to fork andando a porsi. e soprattutto a porre, obiettivi irraggiungibili senza spiegare come farlo e soprattutto senza fornire basi scientifiche e politiche sul perchè seguire tale direzione.
La solita crociata contro l’agricoltura che inquina va letta, a nostro parere, come un accanimento ed un pregiudizio contro l’economia e l’attività antropica in generale. Non è un mistero che industria e agricoltura negli ultimi decenni abbiano fatto passi da gigante, nel mondo occidentale, sul piano della tutela ambientale portando non a caso a dati positivi sia in merito all’inquinamento sia per quel che riguarda l’aspettativa di vita.
Accanirsi contro la chimica, ad esempio, vuol dire non voler prendere atto che la stessa è stata ed è uno dei pilastri del miglioramento delle condizioni di vita nei paesi occidentali e con il miglioramento tecnologico dovrà continuare ad esserlo.
Pensiamo alla medicina umana senza la chimica, cosa diverrebbe?
Nel provvedimento sono contenuti obiettivi che fanno a pugni con la necessità di continuare ad avere un approccio “integrato” nella convivenza dell’agricoltura con i parassiti. Il Regolamento si pone l’obiettivo di aumentare le farfalle (lepidotteri), che, gli esperti del settore lo sanno bene, sono fra i principali “nemici” delle coltivazioni quando presenti in eccesso. Da decenni le coltivazioni integrate e bio sono gestite in modo da intervenire chimicamente solo quando la soglia di presenza porti ad un danno economico, garantendo quindi la presenza degli insetti ed altri parassiti in equilibrio con l’ambiente e l’attività antropica.
Queste cose coloro che hanno votato a favore del Regolamento lo sanno?
Le sinistre salottiere lo sanno che è il mondo rurale che assorbe l’anidride carbonica che loro producono straparlando di ambiente?
Abbiamo l’impressione che un tale provvedimento, abbinato ad altre castronerie come il riposo dei terreni faccia a questo punto parte di un disegno politico delle sinistre europee per ridurre la capacità produttiva del nostro Continente e far produrre conto terzi i Paesi extra Ue con grave rischio per la salute dei cittadini europei. Se a questo dubbio si affianca il fatto che sempre le suddette sinistre tali ragionamenti li fanno anche in ambito industriale, pensiamo al tentativo di divieto delle auto a combustibili fossili che ci porterebbe ad essere dipendenti dalla Cina, allora possiamo affermare con certezza che sia più che mai indispensabile che la maggioranza del prossimo Parlamento europeo abbia fra i suoi membri il Partito Conservatore e non più le sinistre che vorrebbero un’Europa affetta dalla decrescita felice anziché’ l’Europa della crescita intelligente.