L’epidemia influenzale si è protratta più del solito quest’anno e ha fatto registrare più casi della media.
Il picco è passato con i mesi di dicembre e gennaio, ma rimane ancora alto il numero dei malati: “La causa delle tante sindromi febbrili che continuano persistere va ricercata in tre fattori principali: covid, virus influenzali e virus parainfluenzali”, spiega il dottore Ettore Perreca, consigliere dell’Ordine dei medici e segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale.
“I sintomi sono i classici influenzali, febbre, tosse, mal di gola, cefalea e dolori diffusi - prosegue Perreca - Non mancano anche le infezioni da streptococco, che registrano ancora alte frequenze, in maggiore percentuale sono colpiti bambini e ragazzi”.
Due le cause principali che hanno determinato una stagione influenzale piuttosto aggressiva: "Innanzitutto, l’utilizzo quotidiano delle mascherine durante la pandemia ha fatto sì che il sistema immunitario si sia trovato ora davanti a virus che per qualche anno sono stati tenuti lontani. Il secondo aspetto è la vaccinazione antinfluenzale, quest’anno scelta da meno persone, così come la vaccinazione anti covid che sta riscontrando minore adesione", conclude Perreca.