Da OlioOliva, il palcoscenico dell’oliva taggiasca si alza la voce della Cia per le migliaia di uliveti abbandonati. Se recuperati potrebbero essere il più autentico valore per incrementare l’economia rivierasca e al tempo stesso contrastare lo spopolamento dell’entroterra.
“Il recupero degli uliveti abbandonati è cruciale – interviene Stefano Roggerone, presidente Cia Imperia – “Gli ulivi sono da gestire come alberi da frutto con l’irrigazione, – sottolinea Roggerone – servono anche le acque reflue dai depuratori, gli esoscheletri passivi per alleviare la fatica, la valorizzazione del prodotto monocultivar cambiando il disciplinare Doc con tre piccole dop, il riconoscimento Igp della taggiasca, le premialità di insediamento e di finanziamento per i giovani olivicoltori”.
Un corposo programma che il presidente Cia ha elaborato negli anni sia per i compiti delle sua carica sia come olivicoltore, un programma che tiene conto delle particolarità delle condizioni logistiche, orografiche e strutturali di tutta l’olivicoltura ponentina.
“Esistono corsi di studio agroalimentare che noi supportiamo – spiega Paolo Della Pietra, direttore Confindustria Imperia – Sono stati istituiti presso l’Istituto Tecnico Superiore e sono rivolti ai giovani anche diplomati proprio nel settore agricolo: alcuni sono già in atto, altri inizieranno nel prossimo futuro”.
Insomma i giovani agricoltori e, in particolare, i giovani che vogliono tornare alla terra sono i protagonisti del panorama sociale, didattico ed economico della provincia. “Ci sono giovani che decidono di tornare tra gli ulivi – conferma Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria – E devono essere supportati con interventi che siano positivi per il settore”.
Boeri analizza le difficoltà della nostra olivicoltura e ipotizza varie misure a supporto: "L’ottenimento della Igp Taggiasca, aggiungere attività di ospitalità alle aziende agricole, spingere la ricerca per migliorare le difese fitopatologiche delle piante, attivare bandi per attirare giovani senza dimenticare i meno giovani e, infine, lavorare per creare il giusto accesso al credito".