La funivia Sanremo-San Romolo-Bignone è tornata nuovamente d’attualità nelle ultime settimane, con la presentazione di uno studio di fattibilità dell’Ance di Imperia. Una infrastruttura che, esistente nella città dei fiori dalla fine degli anni ’30 nel ‘900, è arrivata alla soglia degli ’80 per poi chiudere.
Il segno dei tempi, ovviamente, visto lo sviluppo del trasporto su ruota e la diffusione a tappeto delle auto. Ma anche per le scarse cose da fare in quota, tra San Romolo e Bignone, quest’ultimo ormai in stato ‘desertico’ e utilizzato quasi esclusivamente per i ripetitori radio televisivi e per la telefonia cellulare.
Alla presentazione del progetto Ance, in molti sono ‘insorti’ per la questione dei costi, le perplessità sull’utilizzo futuro da residenti e turisti e anche per l’idea di partenza dal campo golf, che imporrebbe comunque l’utilizzo di auto o mezzi di trasporto in genere per arrivare dalla città dei fiori.
Dopo essere stati contattati da uno studio di ingegneria svizzero, che avrebbe in mente la costruzione di un sistema di trasporto su monorotaia, ora arriva l’idea (ma anche un minimo di progettazione) di un privato cittadino sanremese, Stefano Bianchi, titolare di una ditta di ascensori e che, autonomamente, ha fatto fare alcuni preventivi da grosse aziende che costruiscono impianti funiviari.
Bianchi ha contattato un paio di aziende. Curiosa la risposta di una delle due: “Mi hanno detto che non ne volevano assolutamente sapere – ha detto Bianchi – perché più volte erano stati contattati da Sanremo, per la funivia verso monte Bignone, ma non se ne era fatto più nulla”. Una risposta particolare, quindi, che fa emergere come molte volte dalla città dei fiori siano partite richieste di preventivi per la realizzazione di una funivia.
Una delle due, in seguito alla richiesta di Bianchi, ha preparato un preventivo di massima, sottolineando come, negli anni scorsi, la stessa ditta aveva fatto degli studi per delle funivie sui vecchi tracciati. Per quanto riguarda il terzo tronco, quello tra San Romolo e Monte Bignone, il preventivo riguarda la realizzazione di una nuova funivia con cabine a 60 posti. Il costo della fornitura elettromeccanica con la progettazione è di circa 6,5 milioni + Iva, ai quali bisognerebbe aggiungere trasporti e montaggi per un milione, oltre alle opere delle stazioni, quantificabili in tre milioni. Il tutto, quindi, per un totale di circa 10 milioni.
A quel punto il sanremese Stefano Bianchi si è fatto la domanda che molti hanno posto dopo la presentazione fatta dall’Ance, ovvero: “A cosa servirebbe la funivia a Monte Bignone se non c’è nulla?” E’ ovvio che servono attrazioni e luoghi di ristoro per far arrivare residenti e turisti: “Ho chiesto un preventivo per una ‘Fly Line’, ovvero un divertimento che vede una fune in un’unica campata e la possibilità di correre a volo d’angelo. Il costo di un impianto del genere è di circa 800mila euro. Ho fatto la stessa cosa per il ‘Fun bob’, ovvero il bob su monorotaia che costerebbe 2,5 milioni. Servirebbero anche altre attrazioni ma anche luoghi di ristoro e una sistemazione generale di monte Bignone”.
A queste attrazioni devono ovviamente essere aggiunte piste di downhill e mountain bike, per le quali servirebbero piste e tracciati che, in alcune zone del nostro entroterra sono già esistenti ma per le quali servirebbe manutenzione continua. Un’altra per monte Bignone è anche quella di eventuali piste da sci su erba sintetica, per le quali ci vorrebbero anche mini impianti di risalita. Una nuova idea, quindi, per coltivare il sogno della nuova funivia per Sanremo.
“Quello della funivia è sempre stato un mio sogno – termina Bianchi – visto che sono sempre salito e sceso con la bicicletta per pedalare in montagna e, ora che sono un imprenditore, mi sono divertito a cimentarmi su questa idea, sperando che le Istituzioni ne prendano atto”.