C'è poco da dire, mentre tutti i sindaci del comprensorio, dopo l'emissione dell'allerta meteo arancione da parte di Arpal e Regione Liguria, hanno immediatamente provveduto a chiudere le scuole, Scajola ha convocato più volte il Coc, e, consultando gli esperti, ha deciso che le previsioni non erano così gravi da portare a bloccare l'attività delle scuole cittadine.
I fatti, salvo qualche goccia entrata nelle scuole provinciali più sgangherate, non è la prima volta, gli hanno dato ragione.
Questo non deve però far pensare che i suoi colleghi siano dei don Abbondio senza coraggio.
In un Paese in cui se un insegnante si chiude le dita in una porta il sindaco finisce in Tribunale, di fronte ad una strombazzata allerta meteo che arriva dopo mesi di siccità subsahariana, difficile, nei panni dei primi cittadini (in tanti poi non hanno a disposizione tutti i consulenti che ha Scajola) non essere prudenti.
Ma il fatto che il sindaco di Imperia sia uno che si applichi quotidianamente, che studi, che non dia nulla per scontato, piaccia o non piaccia, va indubbiamente riconosciuto.
È vero però che questa volta, come in altre occasioni, le sue decisioni ricadono anche su altri, fuori dalle mura cittadine.
Pensiamo ai comuni dell'entroterra, i cui amministratori oggi immaginiamo intenti a controllare le strade, talora a pulirle da pietre e rami, i cui ragazzi, quando e se arriva la "corriera" vanno a scuola nel capoluogo. Realtà a cui è stato tolto tanto, anche il medico, che tutti vogliono valorizzare ma che spesso restano da sole, nella loro "resilienza".
Scajola la sua terra la conosce bene, e, a differenza d'altri, non ha bisogno di tour esplorativi, ed è anche presidente della Provincia. Forse servirebbe uno sguardo più ampio, anche in queste occasioni.
E Scajola, che è capace di studiare, potrebbe essere di grande aiuto.
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