"Un’argomentazione del tutto inaccettabile". Così l’europarlamentare cuneese della Lega Gianna Gancia si unisce al coro di critiche sollevatosi nei confronti di un sostituto procuratore in servizio a Brescia, che aveva avanzato richiesta di assoluzione di un uomo di origini bengalesi a processo perché accusato dalla moglie di violenza fisica e psicologica.
Una richiesta, quella del magistrato, motivata in sostanza dal fatto che, a suo giudizio, tali maltrattamenti sarebbero derivati dall’impianto culturale del Paese di provenienza dell'imputato e non dalla sua volontà e coscienza.
"La Procura di Brescia – dice ora l’onorevole Gancia – ha compiuto un passo importante e doveroso prendendo le distanze dalle conclusioni del magistrato, ma la questione va ben oltre questo caso specifico. L'uguaglianza tra uomini e donne deve essere sacra e irrinunciabile. Non possiamo chiedere alle donne di ribellarsi alla violenza, avere coraggio e denunciare, se chi dovrebbe proteggere i loro diritti non lo fa, a partire dalle aule dei tribunali".
"È essenziale – conclude l'europarlamentare – che il sistema giudiziario rispecchi e protegga i principi di uguaglianza e giustizia per tutti, indipendentemente dall'origine culturale, nel rispetto della Costituzione e delle leggi italiane".