Dalla ordinanza meteo emessa dal sindaco di Diano Marina Cristiano Za Garibaldi spariscono le parole "stabilimenti balneari" e scoppia la polemica, alimentata dai capigruppo di minoranza Marcello Bellacicco (Lista Civica Diano Marina) e Francesco Parrella (Diano Domani).
"Il 26 agosto -scrivono Parrella e Bellacicco a seguito dell'Allerta Meteo Arancione della Protezione Civile della Regione Liguria, il sindaco Za ha firmato un'ordinanza per disporre, dalle 07.00 alle 23.59 del 27 agosto, la chiusura di tutti luoghi pubblici, tra cui scuole, impianti sportivi, cimiteri, giardini pubblici e stabilimenti balneari. Sin qui nulla di particolare, per cui ci si aspettava una chiusura generalizzata, compresi gli stabilimenti balneari."
"Invece, proprio le spiagge gestite dalla partecipata Gestioni Comunali aprivano cancelli, chioschi e lasciavano accedere i bagnanti, violando quanto ordinato dal Sindaco e rendendosi passibili di sanzioni".
"Questo inaccettabile comportamento, di chi avrebbe dovuto dare il buon esempio, non sfuggiva all'attenzione di cittadini, turisti, gestori degli stabilimenti privati e rappresentanti dei due gruppi di minoranza. Probabilmente in ambasce per questo, Za Garibaldi ha proceduto nella firma di una seconda ordinanza, con cui eliminava dal testo della precedente le parole 'stabilimenti balneari'. Un puerile tentativo di far sparire il problema, tra l'altro dopo che la Regione aveva appena prolungato l'allerta alle 15.00 di lunedi".
"Questo suo atto conferma che non ha problemi ad utilizzare strumentalmente la sua autorità di sindaco, anche a discapito della tutela di tutti i cittadini.
Inoltre, ci ha ulteriormente dimostrato di non avere rispetto per chi lavora. Infatti, dopo gli impiegati comunali, stavolta è toccato ai gestori degli stabilimenti privati, i quali hanno osservato l'ordine di chiusura, pensando di avere a che fare con una Amministrazione seria che, invece, li ha tranquillamente scherniti, probabilmente anche facendo perdere loro gli introiti della giornata. Andremo a fondo di questa vicenda", concludono Bellacicco e Parrella.