Attualità - 02 luglio 2023, 07:11

Storie di spionaggio e controspionaggio nella Liguria di Ponente allo scoppio del secondo conflitto mondiale

Imperia, Bordighera, Sanremo e altre località al centro di intrighi diversi anche al tempo della guerra fredda

Storie di spionaggio e controspionaggio nella Liguria di Ponente allo scoppio del secondo conflitto mondiale

Nel primo semestre del 1940 la principale preoccupazione dei servizi anglo-francesi era quella relativa alla prevista entrata in guerra dell'Italia contro le democrazie. Il controspionaggio inglese era al massimo dell'allerta e si rivelò in grado di fornire al governo di Londra un dettagliato piano dei movimenti di Mussolini dalla neutralità, consigliata dal filo britannico Galeazzo Ciano, all'intervento in una impressionante progressione, che dimostra l'impiego di un sistema informativo di straordinario livello.

Uomini dei servizi inglesi, a parte la capitale Roma, si concentravano tra Bordighera e Ventimiglia da un lato e tra Imperia e La Spezia dall'altro. Da Bordighera avevano persino avvertito i proprietari dei beni inglesi in provincia di Imperia di defilarsi al più presto.

Particolare fu il caso della villa sul mare,  abbandonata in fretta a Cervo, dai proprietari britannici. Analoghi interventi furono promossi ad Alassio e Sanremo. Al bilancio delle intercettazioni inglesi effettuate dagli inglesi anche dalla Libia italiana, impadronendosi del cifrario superiore dell'esercito italiano, si aggiunsero le notizie raccolte alla frontiera della Liguria occidentale prima del 10 giugno 1940.

Non sempre però le iniziative inglesi andarono a buon fine a causa della brillante rete del controspionaggio italiano rappresentata dai carabinieri del CS, e del Sim. Tali strutture, in genere,  catturarono agenti inglesi e spie italiane a loro sevizio, convincendo tali elementi a fare il doppio gioco. A Sanremo, La Spezia e Cogoleto i casi più eclatanti.

A Imperia un ebreo locale dal nome in codice mai reso noto e simpatizzante delle idee comuniste lavorò a cavallo del nostro CS e del sovietico NKVD attivo tra Firenze e Nizza, e in qualche modo vicino anche al SOE inglese: i risultati furono ambigui, ma complessi e utilissimi al CS nei mesi tra il settembre 1940 e l'estate 1941; di questi si persero notizie dopo il 1941.

Il precipitare degli eventi dopo l'8 settembre 1943 cambiò  gli schieramenti anche in Riviera e lentamente il tutto scivolò verso le posizioni che saranno della guerra fredda.

Mio padre, sottufficiale dell'Arma, dal comando della stazione di Ventimiglia Alta era stato a suo tempo mobilitato e nel 1943 inviato in Albania: dopo essersi unito agli inglesi e ai partigiani albanesi filoinglesi, fu catturato dai tedeschi qualche settimana dopo l'8 settembre, deportato in Bielorussia in campo di concentramento e utilizzato nei lavori forzati per costruire opere intese a fermare l'Armata Rossa. Cadde in mano a Russi nel febbraio-marzo 1945 e riuscì a rientrare nell'ottobre dello stesso anno in Italia, a Laigueglia, via Vienna, per riabbracciare mia madre.

Fu consegnato dai sovietici agli americani e in quella circostanza comprese il senso degli avvenimenti geopolitici da allora in poi: vedi in proposito il mio ebook Il Tempo e la Memoria e l'intervista a Radio 24.

Un suo compagno di prigionia, originario di di Ventimiglia, certo Guglielmi, perse la vita falciato dalla reazione tedesca in un tentativo di fuga dal campo di concentramento di Minsk, in Bielorussia. 

Nel dopo guerra al centro di Porto Maurizio, mio padre, con sorpresa, riconobbe in un tiepido pomeriggio di primavera un cittadino tedesco che a suo tempo si ricordò di aver visto tra le guardie del campo di Minsk.

In realtà, questo personaggio, secondo mio padre, si chiamava Walter Hagem, ma era una copertura del suo vero nome, Wilhelm Hottl, capo del controspionaggio nazista in Europa centrale e sud orientale, passato agli americani nel 1945 in occasione della avanzata sovietica verso ovest. Da quanto mio padre aveva appreso successivamente da certi suoi ex compagni ritornati in Italia, Hottl si era ritrovato in una  operazione dalle parti del capoluogo imperiese nei primi anni Cinquanta del XX secolo. Circostanza questa raccontatami da mio padre fuori dalle fonti del suo diario di guerra.

D'altra parte Imperia era ritenuta allora zona meno "attenzionata" rispetto a Sanremo per fungere da retro base di operazioni più sensibili 

Pierluigi Casalino

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