Al Direttore - 02 luglio 2023, 21:03

Disordini in Francia e giovani disadattati, la replica della lettrice Isabella a Roberto

Continua la discussione tra due lettori in merito alla situazione dei giovani d'oggi

Disordini in Francia e giovani disadattati, la replica della lettrice Isabella a Roberto

"Caro Direttore, Leggo con rispetto e attenzione le dichiarazioni che il sig. Roberto Frontoni ha voluto inviarLe a seguito del mio intervento di ieri sulla situazione qui in Francia, e se non posso che essere molto felice del fatto che il mio breve messaggio, che Lei ha avuto l’amabilità di diffondere e La ringrazio, abbia suscitato tutto questo interesse parimenti non posso che essere profondamente in disaccordo con alcune delle affermazioni dell’Amico lettore che ha voluto replicare.  

Innanzitutto se il sig. Roberto é nato nel 1953, chi Le scrive é nata molto prima e quindi ha vissuto, ad un’età più «matura» di quella che aveva lui, gli eventi cui viene fatto riferimento, cioé in particolare il cosiddetto «maggio 1968» e tutto quello che ne é conseguito, e mi spiace ricordare a me stessa e a chi avrà la bontà di leggermi che, contrariamente a quanto affermato, a quell’epoca vi furono violenze molto importanti e intense sia in Francia, dove ebbe inizio la rivolta degli studenti, sia poi in altri Paesi Italia compresa: non é azzardato dire che a quell’epoca talune Città furono messe «a ferro e fuoco». Tali episodi non sono comunque neppure paragonabili con quanto sta accadendo in questi giorni in alcune Città francesi e, é notizia di oggi, anche del Belgio e della Svizzera.  

Concordo con il sig. Roberto: a seguito di quanto avvenne nel maggio 1968 molti sono riusciti ad emergere, con quali risultati e con quale contributo alla cultura e alla politica questo resta comunque molto discutibile. Concordo anche con il sig. Roberto, che mi accusa di utilizzare «stereotipi» e «retorica» cosa che mi fa un po’ sorridere, sul fatto che per emergere occorre «darsi da fare con impegno».   Tuttavia mi addolora moltissimo che il sig. Roberto abbia questa considerazione molto negativa dei nostri giovani in generale (non é più questione di Francia, Italia o quant’altro) e spero che possa ricredersi. Ci sono infatti molti giovani che si danno da fare per cercare di trovare la loro strada, il problema é come ripeto che non hanno più punti di riferimento, a cominciare certamente dalle famiglie che non vogliono o non possono occuparsene (e che in alcuni casi non esistono proprio come «famiglie» nel senso letterale del termine) ma anche per colpa di una scuola che sarà anche gratuita e con sussidi, in Italia come in Francia e altrove, ma che da anni non funziona non per colpa degli insegnanti (che fanno quello che possono) ma per colpa di un sistema che non sta più in piedi per mille motivi che sarebbe troppo lungo di elencare in questa occasione e che non é più in grado di trasmettere i valori che sono alla base da sempre della nostra Società.  

Comunque l’amarezza e il malessere che il sig. Roberto evidenzia da parte sua nei confronti dei nostri giovani mi dispiace molto, e mi mette molta tristezza. Un vecchio film («La città dei ragazzi», forse lo ricorderà anche Lei) diceva che «non esistono ragazzi cattivi», lo ripeto e lo confermo. I giovani hanno bisogno di essere ascoltati: siamo noi adulti che non ne siamo più capaci (e non da oggi), e questi sono i risultati. La cosiddetta «crisi sanitaria» e le misure restrittive che ne sono conseguite, checché ne dica il sig. Roberto, non ha certamente aiutato a migliorare le cose, anzi… Consiglio al sig. Roberto di avvicinarsi ai giovani: con la sua esperienza e la sua conoscenza potrà certamente essere loro molto utile e trasmettere loro, almeno in parte, quei valori che il sistema non é più in grado di trasmettere.  

Un caro saluto a Lei, caro Direttore, al sig. Roberto e a tutti gli Amici Lettori.   Isabella Podda". 

Redazione

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