“Non sappiamo ancora quale tipo di sostanza-materiale fosse e quali e quanti siano precisamente i danni che può aver causato all’ambiente il grave sversamento dell’altro giorno nell’oasi del Nervia. Bisogna aspettare giorni o settimane per poter vedere le ripercussioni ambientali. Attendiamo il responso delle indagini e delle analisi dell’Arpal e dei carabinieri forestali" - fanno sapere i volontari dell’Oasi del Nervia riferendosi alla grossa quantità di liquame biancastro che si è riversata nell’acqua del fiume mercoledì sera tra Camporosso Mare e Ventimiglia.
“Per un'ora è fuoriuscita una grossa quantità di liquame biancastro a cascata dalla condotta di via Gradisca, sulla sponda di Ventimiglia, riversandosi totalmente nell'Oasi, che ha 'invaso' l'intera area protetta. Il fluido, continuo e costante, ha continuato a scorrere per almeno altre quattro ore" - raccontano i volontari - “La maggior parte di questo liquame è defluito poi in mare o è stato portato via dal flusso dell’acqua. Ne è rimasto un po’ in una zona che è un ristagno, un piccolo laghetto dove non scorre l’acqua, sulla sponda di Ventimiglia".
“Abbiamo allertato tutte le autorità competenti e il flusso è stato fermato dal pronto intervento di un tecnico di Rivieracqua, che ha individuato il problema in un malfunzionamento del sistema di controllo fognario. A quanto pare quando il canale della fogna è troppo pieno scatta una sonda che fa partire un sistema di tutela che invece di far uscire l’acqua fuori dai tombini esce da una paratia che sversa nell’oasi. È un meccanismo che si chiama ‘troppo pieno’, che però non dovrebbe neanche sversare nell’oasi. In una fogna, comunque, non devono fluire certi tipi di liquami” - dicono i volontari dell’Oasi del Nervia - “Il sindaco di Camporosso, Davide Gibelli, è venuto a vedere la situazione. Ora aspettiamo tutti il responso dell’Arpal e dei carabinieri forestali”.