Anticipando solo di poco la giornata mondiale degli oceani dell’8 giugno, i cetacei del Santuario Pelagos hanno riservato ai biologi dell’Istituto Tethys e ai partecipanti del suo programma di citizen science nel mar Ligure uno spettacolo non solo fuori dal comune, ma anche di grande interesse scientifico.
La mattina del 6 giugno i ricercatori hanno avvistato un gruppo famigliare di capodogli, il primo mai incontrato così presto da Tethys all’inizio della stagione. Tra loro, una femmina con la coda vistosamente mancante di un pezzo: un segno allarmante per gli studiosi, controbilanciato da un incontro ravvicinato con un giovane maschio che si è affiancato alla barca scrutando, curioso, le persone a bordo, un comportamento insolito che ha regalato a tutti forti emozioni.
I capodogli (Physeter macrocephalus) sono tra i mammiferi marini studiati regolarmente nell’ambito del progetto di ricerca Cetacean Sanctuary Research (CSR), aperto alla partecipazione del pubblico. Tradizionalmente, nella sua area di studio, che copre circa un terzo del Santuario Pelagos, si incontrano maschi adulti e subadulti, mentre le femmine con i piccoli, detti anche “gruppi sociali”, si trovano generalmente più a sud. Di conseguenza vengono avvistati molto più raramente: dal 2017 ad oggi Tethys ne ha registrati quattro diversi. Gli studiosi si chiedono se si stanno forse facendo più frequenti, come confermerebbe questo incontro. In ogni caso si incontravano sempre verso la fine della stagione, da fine agosto a ottobre. La loro comparsa in giugno potrebbe indicare un cambiamento in atto nella distribuzione della popolazione.
L’eccezionale avvistamento ha fornito anche altri dati importanti per la conservazione degli animali: una femmina adulta, probabilmente madre di un giovane, aveva una brutta cicatrice: una grossa “tacca” sul margine della coda, con ogni probabilità colpa dell’uomo. Potrebbe essere dovuta a una cattura accidentale in un attrezzo da pesca o a una collisione con una imbarcazione. Quest’ultimo è uno dei problemi più drammatici per i grandi cetacei, anche nel Santuario, grande area marina protetta sovranazionale nel Mediterraneo nord-occidentale comprendente mar Ligure, Tirreno e di Corsica e dedicata proprio alla tutela dei mammiferi marini.
“Abbiamo avvistato il gruppo poco dopo aver lasciato la nostra base a Portosole Sanremo - raccontano i ricercatori a bordo, Mario Gabualdi e Viola Panigada - erano 8-9 animali, tra cui due piccoli con relative mamme e due giovani; anche se dispersi nel raggio di circa 4 miglia si trattava sicuramente di individui in contatto tra loro, chiaramente udibili anche all’idrofono, il microfono subacqueo capace di captare le vocalizzazioni dei cetacei”. Le registrazioni, che comprendono parte del vasto repertorio vocale dei capodogli, saranno preziose, associate alle foto e ai video realizzati, per le future analisi.
“Proprio mentre stavamo per allontanarci per non disturbare il gruppo con i piccoli, un giovane maschio, è venuto di fianco alla barca - racconta emozionato Roberto Raineri, skipper della “Pelagos” di Flash Vela d’Altura - sporgeva la testa per osservarci, un comportamento detto spy-hopping, ed è rimasto con noi per una quarantina di minuti. In tanti anni non avevo mai visto nulla di simile”.
Passata l’emozione per lo straordinario incontro, i ricercatori si interrogano sulle implicazioni: secondo uno studio coordinato da Tethys tra il 15 e il 18% dei suoi capodogli fotografati e “catalogati”, presentano segni potenzialmente riportabili a una collisione. “I dati sono sicuramente sottostimati - puntualizza Maddalena Jahoda, ricercatrice e responsabile della divulgazione scientifica di Tethys - non sappiamo infatti quanti ne muoiono senza che vengano notati. La comparsa di gruppi famigliari per quanto interessante, è però anche motivo di preoccupazione. A differenza degli adulti, i piccoli non compiono ancora lunghe immersioni, ma se ne stanno in superficie, ancora più esposti al rischio di essere investiti”.
“Non sappiamo dove e quando sia avvenuto l’incidente, ma sta di fatto che anche questo gruppo si trovava sulla rotta dei cargo, che nel Santuario coincide proprio con l’habitat dei capodogli - aggiunge Sabina Airoldi direttore del progetto CSR - per questo Tethys è impegnata in prima linea nella mitigazione del problema collisioni insieme ad altri enti e alla Guardia Costiera, con la quale collabora da anni e con cui ha recentemente sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa”.
Le ricerche Tethys nel Santuario Pelagos non potrebbero essere condotte senza il prezioso supporto di Portosole, Sanremo, che ospita la barca da ricerca dal 1988, Canon, sponsor tecnico che fornisce attrezzatura fotografica professionale, Biolù, che consente di utilizzare prodotti per la pulizia completamente biodegradabili e Olio Carli.