"Sono pronto a dimettermi da segretario cittadino del Pd", lo ha detto ieri sera Massimiliano Cammarata all'assemblea provinciale del Partito democratico che si è riunita per analizzare l'esito del voto nei centri, tra cui Imperia, nei quali lo scorso maggio si è andati alle urne.
La decisione non giunge inaspettata: la tornata elettorale si è, infatti, si è trasformata (non inaspettatamente) in una débacle per i dem. Iniziata col balletto dei nomi del candidato sindaco del centrosinistra, prima il dibattito sull'opportunità di Primarie all'infinito tavolo del centrosinistra, poi la virata sulla socialista Laura Amoretti, a stretto giro, lo strappo de' 'dissidenti' ai quali sono state pure sottratte le chiavi della sede di via San Giovanni a Oneglia con la discesa in campo di Domenico Abbo, infine la scelta 'unitaria' di puntare su Ivan Bracco.
Alla fine la lista del Pd ha eletto in consiglio comunale tre soli consiglieri: Edoardo Verda (entrato sul filo di lana da Imperia al Centro), la capolista Laura Amoretti e Deborah Bellotti, ma i problemi non sono finiti. Proprio il giorno dell'insediamento del nuovo consiglio comunale sono tornati i problemi con il 'pasticcio' dell'elezione alla vicepresidenza di Laura Amoretti che ha sconfitto la candidata di 'Imperia Rinasce' Loredana Modaffari e i successivi battibecchi a mezzo stampa tra il gruppo consiliare e la segreteria.
"Siamo pronti a un confronto, purché conduca a una ristrutturazione", dichiara al nostro giornale Antonio De Bonis, uno dei leader della cosiddetta corrente dei 'dissidenti', ai quali non sono state ancora restituire le chiavi della sede.
"In realtà - confessa De Bonis - non le abbiamo nemmeno chieste".
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