Attualità - 05 giugno 2023, 12:08

In Italia l’agricoltura più green d’Europa: un patrimonio di biodiversità che abbraccia anche la Liguria

I dati diffusi dalla Coldiretti in occasione della ‘Giornata dell’ambiente’

In Italia l’agricoltura più green d’Europa: un patrimonio di biodiversità che abbraccia anche la Liguria

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente – proclamata nel 1972 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell'istituzione del Programma dello stesso ONU per l'ambiente, celebrata ogni anno il 5 giugno a partire dal 1974 con lo slogan “Only One Earth” – l’Italia si trova davanti a un festeggiamento doppio grazie al riconoscimento dell’agricoltura nostrana quale più green d’Europa.

Si parla, infatti, di 5.450 i tesori Made in Italy censiti oggi, ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, con 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg distribuiti lungo tutto il territorio nazionale. Tra questi ben 300 specialità sono liguri, oltre a 8 vini Doc e 4 Igt. Senza dimenticare, poi, la leadership nel biologico del Belpaese, con circa 86mila aziende agricole bio e una percentuale di appena lo 0,6% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari: oltre 10 volte in meno rispetto ai prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità, secondo elaborazioni su dati Efsa, è pari in media al 6,5%.

L’Italia vanta un patrimonio di biodiversità senza pari, messo a rischio quotidianamente dall’abbandono dei territori e dalla cementificazione. Fattore, quest’ultimo, che rende, per altro, le superfici impermeabili. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti in occasione della Giornata dell’ambiente, ad oggi la superficie agricola utilizzabile in Italia si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari, con importanti effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio, sul deficit produttivo del Paese e sulla dipendenza agroalimentare dall’estero.

“Il risultato – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – è che ad oggi ben il 93,9% dei comuni italiani (oltre 9 su 10) presenta parte del proprio territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni. Ciò avviene anche per effetto del cambiamento climatico in atto, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Problema, questo, purtroppo annoso anche nella nostra bella Liguria, il cui territorio negli anni è fin troppo spesso finito agli onori della cronaca a causa dei diversi problemi legati al rischio idrogeologico”.

Tra le cause principali del dissesto idrogeologico troviamo attività umane quali cementificazione, deforestazione, abusivismo edilizio, abbandono dei terreni d’altura, scavo eccessivo di cave, tecniche di coltura non ecosostenibili, estrazioni di idrocarburi e di acqua dal sottosuolo, interventi invasivi e non ponderati e mancanza di manutenzione sui corsi d’acqua. “A questa situazione – continuano Boeri e Rivarossa – non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni quasi 1 terreno agricolo su 3 (circa il 30% del totale) sia scomparso”. Proprio per questo, l’Italia e la Liguria devono difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne, tenendo sempre in conto che l’agricoltura interessa comunque più della metà della superficie nazionale.

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