Il Papa, nell'occasione, celebrò la messa in San Giovanni e gli altri due grandi si comunicarono alla presenza di numeroso seguito e fedeli. Era il 20 giugno 1538, giorno del Corpus Domini, e Paolo III, Carlo V e Francesco I erano reduci dall'incontro di Nizza, dove due giorni prima si era raggiunta una fragile tregua tra Asburgo e Francia, anche per fronteggiare la minaccia turco barbaresca, secondo il desiderio del Pontefice.
Oneglia e Porto Maurizio, se pur separate dal torrente Impero, facevano entrambe ancora parte dei domini genovesi. Il distacco di Oneglia, patria di Andrea Doria, il potente ammiraglio che fu il regista della riunione onegliese, avverrà più tardi con la cessione ai Savoia della città e della relativa vallata, al fine di consentirne uno sbocco al mare, ma anche per liberarsi da una posizione difficile e non esente da problematiche legate a personaggi del malaffare.
Oneglia divenne un enclave sabaudo, ma Torino non riuscì mai a farne una piccola Nizza, per il permanere di contrasti interni. Le due località tuttavia torneranno geopoliticamente insieme solo sotto Napoleone Bonaparte e successivamente, dopo il Congresso di Vienna, sotto il Regno di Sardegna, nell'ambito della provincia di Nizza.
Con il passaggio di Nizza alla Francia nel 1860, il capoluogo della nuova provincia ligure di ponente venne assegnato a Porto Maurizio su consiglio di Cavour e non a Sanremo, come avrebbe preferito Vittorio Emanuele II, considerata troppo vicina alla frontiera francese.
Solo nell'ottobre del 1923, esattamente un secolo fa, le due città e altri centri limitrofi costituirono una unica entità cittadina, divenendo capitale della provincia di Imperia.
Tornando al vertice internazionale del XVI secolo, le tre personalità arrivarono ad Oneglia dal mare e sostarono in zona per qualche giorno, senza peraltro consolidare ulteriori accordi, cosicché il conflitto riprese violento anche con cambi di alleanze piuttosto anomale.
Carlo V si alleò con i protestanti, essendo venuta meno l'intesa con il Papa, e la Francia consolidò un patto innaturale con gli ottomani in ossequio ad una spregiudicata realpolitik. Oneglia nei giorni della presenza dei tre grandi fu oggetto di attenzione e di interesse.
Qualche settimana prima da queste parti erano passati molti ebrei spagnoli, detti marrani, trasferitisi in Provenza dopo la fuga dalla Spagna all'indomani della fase finale della Reconquista e diretti alle loro comunità di Genova e Livorno.
Uno di questi ebrei, soffermandosi nella zona, si espresse in termini lusinghieri sulla bellezza naturale del torrente Impero (così chiamato dall'epoca romana) e dell'ambiente circostante lussureggiante, bagnato da acque cristalline e popolato di gru, cigni ed altri volatili, che facevano nido sulle sponde. Un bel vedere, purtroppo non più attuale, se il nostro sguardo si allunga oggi lungo gli argini del corso d'acqua che segna la città.