Attualità - 25 aprile 2023, 08:20

78° anniversario della Liberazione: il circolo dianese di Rifondazione Comunista ricorda quella notte

L'assalto alla Caserma Camandone

78° anniversario della Liberazione: il circolo dianese di Rifondazione Comunista ricorda quella notte

“Quella notte che i contadini di Roncagli (Diano Marina) portarono le armi ai Partigiani”: inizia così il racconto della notte tra il 24 e 25 aprile, nel 78° anniversario della Liberazione, dal circolo dianese ‘Gian Battista Acquarone’ di Rifondazione Comunista.

“I partigiani erano riusciti a fare il colpo grosso: un assalto alla caserma Camandone con razzia di armi e munizioni e via di corsa con un camion, come quelli che si vedono nei film, per portarle ad Evigno dove era operativa la Banda Partigiana. La strada terminava a Roncagli e ad Evigno si andava a piedi per chilometri di sentieri di montagna. Scaricate in Paese le casse delle armi restava il problema di portarle lassù. Fu allora che i cittadini di Roncagli, per lo più contadini abituati alla fatica, passarono la notte su e giù per i sentieri con i loro muli a trasferire  le armi a Evigno, “nascoste” dentro i sacchi delle olive. L'indomani una spiata (gli infami non mancano mai) avvisò i tedeschi di aver visto un camion sospetto la sera prima. I nazi raggiunsero il paese e sfondarono ad una ad una tutte le porte delle case per cercare le armi. Solo una non fu aperta: l’ultima, quella sulla piazza in fondo al Paese che conteneva le casse, ormai vuote… . Fu una fortuna perché in caso contrario i tedeschi avrebbero messo a ferro e fuoco il Paese realizzando una delle loro abituali fascistissime rappresaglie”.

“Quante storie Partigiane anche nel nostro Dianese ! Del resto pochissimi giorni dopo l’ 8 settembre 1943 Felice Cascione formò qui la prima Banda Partigiana della Resistenza in località Magaietto fra Castello ed Arentino che poi si trasferì verso Andora e poi a Curenna dove nacque “Fischia il vento” canzone del coraggio, simbolo della Resistenza. E che dire dei numerosi rastrellamenti Nazi-fascisti che, sempre su delazione, invasero le nostre valli distruggendo ed uccidendo, non per semplice cattiveria, ma per coerenza con l’ ideologia fascista che li animava ? O di quel giorno che una guarnigione Nazifascista posizionata al Ciapà, dove oggi andiamo per colmarci gli occhi di verde e di azzurro, forse annoiata, tirò una granata di cannone che raggiunse la piazza della chiesa di Diano Marina uccidendo tre bambini che giocavano ? E quei fratelli Partigiani uccisi l’uno il 10 e l’ altro i 20 settembre 1944 ancora a Borganzo? E quella famiglia che curò e salvò un partigiano ferito rifugiatosi nel torrente, un atto di solidarietà che generò una amicizia che ancora oggi lega fraternamente  nipoti e pronipoti di quelle famiglie ? La lotta Partigiana fu lotta di popolo, lotta per la libertà, per  la giustizia e per l’ uguaglianza. E per la Pace. Oggi quelle speranze sono tradite dalla volontà di guerra infinita per controllare risorse e mercati, non importa sulla testa di chi”.

“Dobbiamo tutti tornare ad essere Partigiani per liberarci dei mercanti di armi e dello strapotere di Wall Street. Perchè senza questa volontà tradiamo chi ha lottato per farci liberi. Ed a chi celebra il 25 Aprile spendendo elogi per questa lotta ma non perde occasione per spargere fango sugli ideali che la animarono, ricordiamo che se non tutti i Partigiani erano Comunisti, è altrettanto certo che tutti i Comunisti erano Partigiani”.

Redazione

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