Immaginate di coronare il desiderio di una vita, di lavorare per la vostra squadra del cuore, di farlo nello stadio più iconico del calcio italiano e di raggiungere quasi senza accorgervene il traguardo delle 100 partite. Quello che a tutti gli effetti potrebbe sembrare un sogno è da sette anni la realtà di Simone ‘SimoJ’ Negri, regista radiofonico partito da Camporosso e arrivato ai vertici della radiofonia nazionale.
Arrivato a Milano nel 2013, dopo una breve esperienza a Radio MonteCarlo, inizia la sua lunga avventura a Radio 105 dove oggi fa regia a Max Brigante nel programma ‘105 Mi Casa’. SimoJ è dj ufficiale del Milan dal 2016, lo abbiamo incontrato e intervistato nella settimana che sancisce le sue 100 partite a San Siro.
Come è iniziata la tua avventura al Milan? Radio 105 è diventata partner del Milan nel 2016 e inizialmente fu contattato un mio collega che, però, era di fede juventina. La società, quindi, ha chiesto la disponibilità di un dj milanista e la scelta è ricaduta su di me anche grazie a Max Brigante, molto legato alla società, che mi aveva suggerito al Milan come papabile dj.
Quali sensazioni hai provato al tuo primo ingresso a San Siro come addetto ai lavori? L’avevo visto dal vivo al massimo tre o quattro volte. Appena entrato, con gli spalti ancora vuoti, mi è mancato il fiato. Da appassionato di calcio, oltre che tifoso milanista, è una sensazione eccezionale ed entrare prima di tutti mi fa effetto ancora adesso dopo sette anni. È impressionante. Le prime partite sono state incredibili anche grazie al supporto di Germano, da 20 anni speaker del Milan. Non potevo capitare con una persona migliore e la cosa va al di là della fede calcistica che ci unisce. È vero che la gente non viene allo stadio per ascoltare musica, ma è un ruolo che mette tensione. Anche se hai fatto mille serate nei locali, San Siro mette sempre pressione.
Sei in parte responsabile dell’esplosione del coro ‘Pioli is on fire’? Conoscevo il coro, l’avevo sentito in Inghilterra e in Olanda per Tadic dell’Ajax. Çalhanoğlu ha iniziato a metterla sul pullman della squadra e da lì è nato il coro che ha iniziato a girare sui social per via dei video postati dai calciatori. Ho pensato fosse l’ora di metterla a San Siro ed è esplosa diventando un inno. L’ho spostata dai social allo stadio e il discografico di Gala mi ha mandato i vinili con tutte le ristampe del brano.
Che rapporti hai con la squadra? Con qualche giocatore sono buoni, o perché è venuto ospite in radio o perché siamo in contatto perché sanno che metto la musica allo stadio tutte le domeniche. Sono molto protetti dalla società e io cerco di non essere invadente, ma se ci incontriamo ci salutiamo volentieri specie con Ibrahimovic, Calabria, Tonali e Saelemaekers.
C’è un momento che ritieni indelebile nella tua storia professionale con il Milan? Lo scudetto, l’ho anche tatuato sul braccio. E la festa per la vittoria. Ho visto la partita contro il Sassuolo a Casa Milan con i colleghi del reparto operativo che non erano a Reggio Emilia, poi abbiamo aspettato la squadra in piazza dove avevo montato la consolle. Il giorno dopo, il 23 maggio, abbiamo fatto il giro della città con il pullman scoperto, avevo la consolle per mettere musica e con me c’era Germano. Già all’inizio del tragitto, all’uscita da Casa Milan, siamo rimasti bloccati nel traffico. Mi chiedevano di spegnere la musica per far allontanare le persone, ma i giocatori mi urlavano di rimetterla. E se te lo chiede Ibra…Un altro momento emozionante è stato l’esordio in Champions, la prima volta che ho messo la sigla ufficiale. All’inizio nemmeno sapevo che l’avrei dovuta mettere io, poi mi hanno mandato i file via mail e lì ho realizzato. L’avevo sentita talmente tanto alla televisione che averla lì e doverla mettere è stato assurdo.
Come scegli i brani che anticipano la partita? Prima dell’ingresso in campo faccio intrattenimento con il pubblico con le hit di Radio 105, mentre per il riscaldamento oltre alla musica del momento suono brani tech house, ma ci sono stati periodi in cui sono andato incontro ai gusti dei calciatori con hip hop, tra o latina. In caso di ospitate da parte di cantanti legati al Milan, invece, metto i loro pezzi. Molti giovani rappresentanti della scena musicale nazionale tifano Milan.
Quale canzone dedicheresti al tuo Milan? “La vita l’è bela” di Cochi e Renato, perché la canta sempre la curva.
Hai un sogno nel cassetto? Sicuramente la festa per la vittoria dell’ottava Champions League sarebbe incredibile. Il 20° scudetto sarebbe importante, specie facendolo prima dell’Inter. Ma, dato che lo scudetto l’ho già festeggiato, non penso sarebbe superiore alla Champions.
Quali sono i tuoi per il futuro legati al Milan? Mi piacerebbe organizzare insieme a Gegio un tour dei Milan Club, in questi anni i tifosi sono stati pazzeschi sia dentro lo stadio che con il loro sostegno sui social. Sarebbe belo visitarli facendo serate con la musica come fossimo a San Siro e con l’animazione di Germano. E sarebbe bello farlo sia in Italia che all’estero, mi scrivono in molti da USA, Canada, Francia. Mi piacerebbe una sorta di tour dei Milan Club.