Politica - 02 marzo 2023, 15:05

Inchiesta sulla gestione del covid, Toti: "Assurdità di proporzioni colossali, indegna di un Paese civile"

"Non credo siano le aule dei tribunali a dover giudicare quello che è successo in quel periodo buio, oscuro e doloroso"

Inchiesta sulla gestione del covid, Toti: "Assurdità di proporzioni colossali, indegna di un Paese civile"

Un'assurdità di proporzioni colossali, indegna di un Paese civile". Così il presidente della Regione Giovanni Toti ha commentato l'inchiesta della procura di Bergamo sulle presunte responsabilità relative alla gestione della pandemia tra gennaio e febbraio 2020, quando l'Italia si trovò travolta dall'ondata di coronavirus proveniente da Wuhan. A pagare in termini di vite il prezzo più pesante fu Bergamo colpita con un eccesso di mortalità di 6.200 persone rispetto alla media.

Da due anni la procura indaga sulle responsabilità dovute al mancato aggiornamento e alla mancata applicazione del piano pandemico nazionale e regionale per contrastare il rischio lanciato dall'Oms; sulla repentina chiusura e riapertura dell'ospedale di Alzano Lombardo e sulla mancata istituzione della zona rossa in val Seriana.

I magistrati hanno chiuso l'inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati, tra gli altri, l'allora premier Giuseppe Conte, l'allora ministro della salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Attilio FontanaGiulio Gallera, all'epoca assessore regionale al Welfare in Lombardia, il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro, l'allora capo della Protezione Civile Angelo Borrellli, il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità Franco Locatelli e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell'emergenza, Agostino Miozzo.

Toti, che da presidente di Regione Liguria si trovò ad affrontare l'emergenza potendo contare su un numero limitato di posti letto dedicati alla terapia intensiva e di dispositivi di protezione individuale come le mascherine, che in Italia arrivarono solo durante il lockdown, crede che l'indagine non porterà a una verità su quanto accaduto.  

Premesso che non ho letto gli atti – ha commentato - mi sembra un'assurdità di proporzioni colossali indagare per un fenomeno che oggi conosciamo, con il senno di oggi su quanto si fece allora, quando era totalmente ignoto il nostro nemico e totalmente ignoti i rimedi che potevano in qualche modo essere presi in un momento che, ricordo benissimo avendolo vissuto in prima persona, anche con i protagonisti di questa indagine. Tutte le persone hanno francamente fatto il meglio che potevano alle conoscenze date. Utilizzare lo strumento del tribunale per giudicare quanto è avvenuto nella pandemia in quei giorni oscuri mi sembra qualcosa di totalmente insensato e indegno di un Paese civile come l'Italia e anche del dramma che tante persone hanno vissuto lottando contro una malattia che non conoscevamo, con cognizioni scientifiche labili e prendendo decisioni sotto la loro responsabilità di cui non conoscevano l'esito trattandosi di una prima assoluta nella storia. Non credo siano le aule dei tribunali a dover giudicare quello che è successo in quel periodo buio, oscuro e doloroso. Non porterà a nulla in termini di verità e neppure in termini di ulteriore conoscenza di quanto accaduto”.

Redazione

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