Attualità - 10 febbraio 2023, 13:01

Giornata del Ricordo: Vallecrosia non dimentica i martiri delle foibe e gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia (Foto e video)

La cerimonia, organizzata dal gruppo alpini di Vallecrosia, si è svolta presso la piazza della Stazione alla presenza di autorità civili e militari, locali e regionali

Giornata del Ricordo: Vallecrosia non dimentica i martiri delle foibe e gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia (Foto e video)

Vallecrosia ha celebrato oggi la Giornata del Ricordo. Una cerimonia in memoria dei Martiri delle Foibe e degli Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia si è infatti svolta, questa mattina, presso la piazza della Stazione alla presenza di una delegazione delle scuole medie di Vallecrosia e di autorità civili e militari, locali e regionali.

Durante l’evento, organizzato dal gruppo alpini di Vallecrosia, i presenti hanno ricordato i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale con l’onore alla bandiera, l’onore ai caduti e la deposizione di una corona di fiori.

“E' un momento per ricordare che le morti non hanno un colore. Quando ci sono dei soprusi come è accaduto a Istria, quando le persone cercano di essere al di sopra di quello che è la giustizia, la democrazia e il rispetto altrui del pensiero, accadono genocidi e momenti tragici come è accaduto per le foibe, persone che uccidono altre persone. Ai ragazzi delle scuole medie dico di non dimenticare“ - ha detto il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi - "Il comune di Vallecrosia è stato tra i primi a credere, insieme all'associazione degli alpini, di lasciare un punto di riferimento, un monumento, a ricordo di quel triste e tragico momento. E' importare ricordare per evitare che simili occasioni possano accadere nuovamente, non dobbiamo dimenticare".

“Oggi è una giornata importante, istituita nel 2004, forse troppo tempo dopo gli avvenimenti accaduti. Per troppo tempo questo episodio è stato nascosto ed è stato forse sottovalutato perché non veniva trattato come un episodio di storia ma veniva trattato in maniera politica e questo è stato l'errore perché alle generazioni future bisogna spiegare che gli errori non hanno colore. Quando accade un orrore va denunciato e va condannato“ - ha sottolineato il consigliere regionale Veronica Russo - "A scuola e nella società la giornata della memoria è una giornata riconosciuta, in cui si conosce bene l'episodio che si sta trattando, invece la Giornata del Ricordo non si conosce così bene. Il termine foibe nasce da una conformazione geografica e poi da lì ha preso un'altra connotazione. Gli orrori di queste persone sono importanti. Ai giovani, che sono il futuro, ricordo che siamo tutti uguali, che non esistono le minoranze e che, se esistono, vanno comunque tutelate e che l'arroganza, la superbia, l'ideologia fanatica di una situazione non porta da nessuna parte. I giovani devono imparare dagli errori che sono stati fatti nel passato".

“Porto la solidarietà e la condanna per quello che è successo all'associazione giuliano dalmata e all'ingegnere Giovanni Chersola. Suo fratello Pietro è sempre presente alle nostre manifestazioni. Solidarietà per quello che è successo, per l'eccidio delle foibe e anche per tutte le sofferenze provocate dall'esodo del popolo istriano tra il 1943 e il 1947“ - ha affermato il presidente emerito dell'Ana della sezione di Imperia Enzo Daprelà - "C'è stato il tentativo di far calare una bella coltre di oblio su quanto è successo. Io credo che l'intenzionalità che c'è stata di sminuire e, qualche volta, anche di negare quello che sono state le vicende legate all'eccidio delle foibe siano un crimine ben superiore a quello che materialmente hanno commesso. E' da condannare anche quella parte politica che ha lasciato che questo accadesse nel silenzio. Aspettare tanto tempo per poter recuperare il ricordo e onorare la memoria di queste vittime è senz'altro assolutamente da condannare e noi alpini lo condanniamo. Sarebbe bene per le scuole fare un pellegrinaggio ancheBasovìzza e a Monrupino. Confido molto in quegli insegnanti che considero illuminati, perché è loro compito raccontare la storia com'è, nella sua cruda realtà senza manipolazioni, perché è l'unica arma che abbiamo".

"Sono figlio e nipote di esuli da parte dell'Istria. Loro, se potessero vedere, penso che sarebbero contenti e soddisfatti perché per tanti anni la loro sofferenza non è stata riconosciuta" - ha raccontato Nico Franzutti.

Ha chiuso la cerimonia, con un'allocuzione ufficiale, il professor Giovanni Chersola del Comitato provinciale di Imperia dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e delegato provinciale di Genova della Opera Nazionale Caduti senza Croce che ha ricordato qualche riferimento storico: "In taluni momenti è opportuno ricordare anche, per dare piena autorevolezza a questo ricordo, le parole dei nostri presidenti della Repubblica che ci rappresentano a partire dal presidente Francesco Maurizio Cossiga che nel 1991, per primo, ruppe un muro di silenzio a Basovìzza e dal presidente Oscar Luigi Scalfaro che nel 1992 nominò monumento nazionale la miniera costituita a Basovizza. Il presidente Giorgio Napoletano nel 2013 disse che questo nostro ricordo doveva rendere giustizia agli italiani che furono vittime innocenti di un moto d'odio, di una cieca vendetta, di violenza prevaricatrice che segnò la conclusione sanguinosa della seconda guerra mondiale lungo il confine orientale e a cui si congiunse la tragica odissea dell'esodo di centinaia di migliaia di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre. Nel 2016 il presidente Sergio Mattarella si recò, in occasione del 62esimo anniversario del ricongiungimento di Trieste all'Italia, a Trieste e poi a Gorizia, che fu divisa in due".

"Sono orgoglioso e contento di aver avuto qui una forte rappresentanza delle forze dell'ordine, tanti ragazzi delle scuole e tanti alpini. E' un indice che queste cose sono sentite da tutti" - ha commentato il capogruppo degli alpini di Vallecrosia Giuseppe Turone.

L'evento si è concluso con un aperitivo offerto dal gruppo alpini di Vallecrosia. 

Elisa Colli

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