"Il Festival della Canzone italiana. Questo dovrebbe essere”. Ad intervenire sull’annunciata partecipazione in diretta streaming del presidente dell’Ucraina Zelens'kij durante la prossima kermesse canora è i gruppo di Sardine Ponentine che spiega: “Ormai da anni, le 5 serate sono teatro di battaglie sociali di ampio impatto: a turno i conduttori del Festival si fanno portatori, attraverso ospiti, o co-conduttori e co-conduttrici, della lotta contro il razzismo, contro i femminicidi, contro le mafie. Battaglie sacrosante. Ma quest'anno, il direttore artistico ha accettato di regalare uno spazio al Presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj; uno spazio, a nostro avviso, di unico respiro propagandistico".
"Difendiamo l'idea di riempire intervalli del programma con monologhi, canzoni, dialoghi di sensibilizzazione, ma un presidente di una nazione in guerra è propaganda sulla pelle di soldati, cittadini, che vivono l'incubo della guerra o che si sono visti costretti a mollare tutta la loro vita, per cercare riparo in paesi completamente sconosciuti. Troviamo anche ingiusto che, anche in questo caso, ci sono guerre e cause di serie A e di serie B: perché non lasciare spazio ai palestinesi, in guerra da che se ne ha memoria, alle donne afghane, che hanno perso il diritto di vivere in qualità di esseri umani. E se si vuole toccare il tema guerra, perché non promuovere la pace, perché non invitare il Nobel per la pace? Oltre a essere propaganda, è pure della più becera e ipocrita".
"Invitiamo le associazioni e i singoli cittadini che condividono il nostro sdegno, a copiare e incollare il comunicato sulle proprie pagine social con l'#nopropagandaalfestival e #cittadiniperlapacesanremo, come nostra firma. Ci opponiamo a qualsiasi forma di violenza e di guerra, sia diretta che indiretta!”.